sabato 2 aprile 2016

per te




Siedi e ascolta. Non è facile da capire e da accettare. Sicuramente dirò cose sbagliate, penserò più a me che a te, eppure è il solo modo per cercare di spiegare.

Non ho mai creduto nell’empatia sul piano puramente teorico ed intellettuale. Per poter capire sono convinto che occorra aver vissuto quel tipo di esperienza per la quale ci dichiariamo vicini ad una persona, altrimenti la cosa si limita ad un cortese e formale interessamento e a nulla di più. Io generalizzo la mia opinione quindi, e tu devi prendere atto di questa premessa, per dare a quello che seguirà il peso che riterrai più adatto. Come rinforzo del concetto appena espresso ti racconto di un mio comportamento curioso che ho mantenuto per vari anni. Io ho scelto, comprato e letto solo libri di autori più anziani di me, con poche eccezioni, come ad esempio testi classici o di autori ormai morti. E non perché io mi ritenessi scrittore migliore (non sono uno scrittore), ma per la convinzione che un ragazzino (o una ragazzina) avessero relativamente poco da dirmi di nuovo e di meritevole di attenzione, data le loro età ed esperienza. La cosa è quasi puerile, nelle sue motivazioni, ma aiuta a capire.

Quello che voglio dire è che è difficile accettare il tempo che passa, anche se non c’è nulla di più umano di questo.
Sentire le forze poco a poco venir meno, fare progetti e mettere in conto anche la possibilità che non si possano ultimare, affrontare un lento peggioramento delle proprie condizioni di salute ed autonomia, dover lasciare abitudini che erano entrate a far parte della giornata, ecco, lo sai, lo hai capito, non è piacevole. Se la cosa si allarga al tuo mondo poi, e ad essere coinvolte sono le persone che ami, non tu direttamente, il discorso cambia di poco. In qualche modo si tratta di accettare quello al quale non ci si può opporre. Detto così sembra brutale, eppure non vorrebbe esserlo. Abbiamo bisogno di consolazione, di mete da raggiungere, di un progetto di vita, e ogni tanto questo programmare per il futuro va rivisto (Non di rado, da una certa età in poi, al ribasso).

Quel minimo di autonomia vitale che permetta di realizzare anche solo un millesimo dei pensieri e delle fantasie rimane essenziale, ed è necessario mantenerlo per restare aggrappati al salvagente. Oltre non so vedere, non so immaginare, non so dare consigli, ed ho semplicemente, ad aspettarmi dietro l’angolo, una Signora oscura che si chiama Paura. Esiste un prima, però, e tutta la vita è formata da milioni di attimi prima, nei quali la Signora ogni tanto manifesta la sua presenza, e poi si ritrae di nuovo, soddisfatta del suo semplice ricordare che lei non ci abbandona. Ed ora dovrei cercare di farti coraggio, cercare le parole giuste, farti capire che non vivi una situazione eccezionale, che semplicemente vivi, come me, il tuo destino. Quindi spendi bene quello che puoi e possiedi ancora, anche se io non posso darti né consigli né esempio. Trova modi per esprimerti, o per avere legami, e mantieni la tua certezza che io ti penso. È per te che ho scritto questa lettera aperta, cercando di essere il più vago possibile per non darti la certezza di essere veramente tu. Ma se ci pensi lo sai. A chi altri avrei potuto dirlo, in questo modo strano, in questo tempo di social e di virtuale, in un mondo che cambia tanto velocemente? Ho scelto questa modalità, per parlare a te pensando anche a me, perché è solo così che mi posso avvicinare.    

                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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