Siedi e ascolta. Non è facile da capire e da
accettare. Sicuramente dirò cose sbagliate, penserò più a me che a te, eppure è
il solo modo per cercare di spiegare.
Non ho mai creduto nell’empatia sul piano
puramente teorico ed intellettuale. Per poter capire sono convinto che occorra
aver vissuto quel tipo di esperienza per la quale ci dichiariamo vicini ad una
persona, altrimenti la cosa si limita ad un cortese e formale interessamento e
a nulla di più. Io generalizzo la mia opinione quindi, e tu devi prendere atto
di questa premessa, per dare a quello che seguirà il peso che riterrai più
adatto. Come rinforzo del concetto appena espresso ti racconto di un mio
comportamento curioso che ho mantenuto per vari anni. Io ho scelto, comprato e
letto solo libri di autori più anziani di me, con poche eccezioni, come ad
esempio testi classici o di autori ormai morti. E non perché io mi ritenessi
scrittore migliore (non sono uno scrittore), ma per la convinzione che un
ragazzino (o una ragazzina) avessero relativamente poco da dirmi di nuovo e di
meritevole di attenzione, data le loro età ed esperienza. La cosa è quasi
puerile, nelle sue motivazioni, ma aiuta a capire.
Quello che voglio dire è che è difficile
accettare il tempo che passa, anche se non c’è nulla di più umano di questo.
Sentire le forze poco a poco venir meno, fare
progetti e mettere in conto anche la possibilità che non si possano ultimare,
affrontare un lento peggioramento delle proprie condizioni di salute ed
autonomia, dover lasciare abitudini che erano entrate a far parte della
giornata, ecco, lo sai, lo hai capito, non è piacevole. Se la cosa si allarga
al tuo mondo poi, e ad essere coinvolte sono le persone che ami, non tu
direttamente, il discorso cambia di poco. In qualche modo si tratta di
accettare quello al quale non ci si può opporre. Detto così sembra brutale,
eppure non vorrebbe esserlo. Abbiamo bisogno di consolazione, di mete da
raggiungere, di un progetto di vita, e ogni tanto questo programmare per il
futuro va rivisto (Non di rado, da una certa età in poi, al ribasso).
Quel minimo di autonomia vitale che permetta di
realizzare anche solo un millesimo dei pensieri e delle fantasie rimane
essenziale, ed è necessario mantenerlo per restare aggrappati al salvagente.
Oltre non so vedere, non so immaginare, non so dare consigli, ed ho
semplicemente, ad aspettarmi dietro l’angolo, una Signora oscura che si chiama
Paura. Esiste un prima, però, e tutta la vita è formata da milioni di attimi
prima, nei quali la Signora ogni tanto manifesta la sua presenza, e poi si
ritrae di nuovo, soddisfatta del suo semplice ricordare che lei non ci
abbandona. Ed ora dovrei cercare di farti coraggio, cercare le parole giuste,
farti capire che non vivi una situazione eccezionale, che semplicemente vivi,
come me, il tuo destino. Quindi spendi bene quello che puoi e possiedi ancora,
anche se io non posso darti né consigli né esempio. Trova modi per esprimerti,
o per avere legami, e mantieni la tua certezza che io ti penso. È per te che ho
scritto questa lettera aperta, cercando di essere il più vago possibile per non
darti la certezza di essere veramente tu. Ma se ci pensi lo sai. A chi altri avrei
potuto dirlo, in questo modo strano, in questo tempo di social e di virtuale,
in un mondo che cambia tanto velocemente? Ho scelto questa modalità, per
parlare a te pensando anche a me, perché è solo così che mi posso avvicinare.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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