Se un uomo ha ideali, magari sbagliati, li sostiene contro
ogni apparente evidenza, non cede alla violenza per imporli ma si offre
volontario per difenderli cosa bisogna pensare di lui?
Sicuramente che è un uomo forte, perché la vera forza non si
scarica mai su chi non ha colpe. Io ovviamente ho in testa una persona,
scrivendo questo, e che scopro poco a poco, avendo i mezzi per indagare nel suo
passato sino al momento della sua fine.
Un uomo stretto tra due mondi logicamente contrapposti,
almeno per come sono poi andate le cose, e che in parte non lo hanno neppure
capito, anzi, lo hanno rimosso, come corpo estraneo.
È stato un amministratore pubblico che non ha guadagnato
nulla dalla sua funzione, anzi, spesso ha pagato di tasca sua quando un’azione
la riteneva meritevole, o una situazione richiedeva un aiuto concreto che le
istituzioni non potevano concedere. Un uomo onesto.
Da un certo momento però la vita gli è crollata addosso,
prima con attacchi personali sempre più mirati, ma ancora difeso dal potere, e
poi, quando ogni cosa ha iniziato a precipitare, abbandonato praticamente da
tutti, anche dalla sua città per la quale si era speso con entusiasmo. Ha avuto
un amico importante però, un amico vero, tanto diverso da lui quanto a lui
legato. Un personaggio notissimo, violento ed opportunista, politico di primo
piano, coraggioso e generoso, a suo modo umano, pur se con colpe imperdonabili.
E questo amico lo ha difeso come ha potuto sino alla fine, sino alla sua morte
prematura.
Io, scoprendo di queste vite di passioni fortissime, ma
anche di amicizia vera, e poi di tanta meschinità e di scelte pubbliche di
comodo rimango affascinato di come, tra tantissime persone, ci sia sempre
qualcuno che sa ritirarsi in silenzio, dopo aver subito una sconfitta umana e politica,
e lo sappia fare con dignità, accettando l’ingiusto oblio in quegli stessi
luoghi che ha contribuito a far diventare come sono, a riscattarli ed a valorizzarli.
Già ho scritto di un maestro che ho avuto, da ragazzino, che
mi ha influenzato fortemente e che dal suo lavoro ha ottenuto il giusto
riconoscimento di pochi studiosi e di tanti ex alunni, ma nessun vantaggio
economico, a differenza di altri, ben più famosi di lui, ma molto più attenti
alla carriera ed all’apparire.
Ecco, mi viene rabbia, confesso, sapendo queste cose, e
posso far ben poco per correggere il passato. L’unica cosa che posso fare e
tentare di mantenere vivo il ricordo di queste persone, aggiungendomi a chi,
ben più di me, questa via ha già iniziata a percorrere. Credo sia anche un modo per sdebitarmi,
perché è stato un grande, tra i figli di Ferrara.
Nell’immagine
una ricostruzione di Ferrara dopo la fine della signoria estense
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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