sabato 2 maggio 2015

un uomo onesto


Se un uomo ha ideali, magari sbagliati, li sostiene contro ogni apparente evidenza, non cede alla violenza per imporli ma si offre volontario per difenderli cosa bisogna pensare di lui?
Sicuramente che è un uomo forte, perché la vera forza non si scarica mai su chi non ha colpe. Io ovviamente ho in testa una persona, scrivendo questo, e che scopro poco a poco, avendo i mezzi per indagare nel suo passato sino al momento della sua fine.
Un uomo stretto tra due mondi logicamente contrapposti, almeno per come sono poi andate le cose, e che in parte non lo hanno neppure capito, anzi, lo hanno rimosso, come corpo estraneo.
È stato un amministratore pubblico che non ha guadagnato nulla dalla sua funzione, anzi, spesso ha pagato di tasca sua quando un’azione la riteneva meritevole, o una situazione richiedeva un aiuto concreto che le istituzioni non potevano concedere. Un uomo onesto.
Da un certo momento però la vita gli è crollata addosso, prima con attacchi personali sempre più mirati, ma ancora difeso dal potere, e poi, quando ogni cosa ha iniziato a precipitare, abbandonato praticamente da tutti, anche dalla sua città per la quale si era speso con entusiasmo. Ha avuto un amico importante però, un amico vero, tanto diverso da lui quanto a lui legato. Un personaggio notissimo, violento ed opportunista, politico di primo piano, coraggioso e generoso, a suo modo umano, pur se con colpe imperdonabili. E questo amico lo ha difeso come ha potuto sino alla fine, sino alla sua morte prematura.
Io, scoprendo di queste vite di passioni fortissime, ma anche di amicizia vera, e poi di tanta meschinità e di scelte pubbliche di comodo rimango affascinato di come, tra tantissime persone, ci sia sempre qualcuno che sa ritirarsi in silenzio, dopo aver subito una sconfitta umana e politica, e lo sappia fare con dignità, accettando l’ingiusto oblio in quegli stessi luoghi che ha contribuito a far diventare come sono, a riscattarli  ed a valorizzarli.
Già ho scritto di un maestro che ho avuto, da ragazzino, che mi ha influenzato fortemente e che dal suo lavoro ha ottenuto il giusto riconoscimento di pochi studiosi e di tanti ex alunni, ma nessun vantaggio economico, a differenza di altri, ben più famosi di lui, ma molto più attenti alla carriera ed all’apparire.
Ecco, mi viene rabbia, confesso, sapendo queste cose, e posso far ben poco per correggere il passato. L’unica cosa che posso fare e tentare di mantenere vivo il ricordo di queste persone, aggiungendomi a chi, ben più di me, questa via ha già iniziata a percorrere.  Credo sia anche un modo per sdebitarmi, perché è stato un grande, tra i figli di Ferrara.

Nell’immagine una ricostruzione di Ferrara dopo la fine della signoria estense
 

                                                                                                         Silvano C.©   


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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