Suvvìa… non esser troppo formale, non applicare troppo rigore nel programmare, nel voler prevedere e prevenire. Non ti dico di lasciar perdere ogni cosa, di permettere agli eventi di spostarti come un foglio di carta straccia al vento, questo certo che no, ma neppure esagerare.
Quando scrivi la scaletta di quello che dovrai fare in un
viaggio di piacere, metà del piacere si è già nascosto e non si farà trovare,
quando penserai di scoprirlo. E lo stesso vale per l’insegnante che decide,
obbligatoriamente, di mettere in forma scritta il suo intervento con gli alunni
per l’anno che verrà. Alla prima occasione di aderire ad un’opportunità
imprevista il castello di carte (letteralmente carte) subirà qualche crepa, ed
alla seconda mostrerà il suo limite.
Prevedere l’imprevedibile è compito da assicuratori, che
stabiliscono, statistiche alla mano, il rischio, e poi lo monetizzano. Il fatto
che molte persone, pur assicurate, abbiano problemi, dimostra che il gioco
conviene agli assicuratori e meno ai loro clienti. Meglio sarebbe una catena di
solidarietà sociale diffusa, come in certe situazioni è avvenuto, in passato, e
per tempi limitati, e come succede ancora in gruppi ristretti come le famiglie,
ma, se ti guardi attorno, vedi subito che la solidarietà, oggi, è merce rara.
Alla fine preoccuparsi del domani è un esercizio al quale
non si rinuncia ma del quale dovremmo essere anche consapevoli delle
limitazioni. In questi giorni poi, nel bel mezzo di un mutamento epocale che
neppure ai tempi della grande crisi del ’29 ci si era presentato, servono idee
nuove, un pizzico di pazzia, uno sguardo disincantato alle soluzioni facili
offerte da chi ha interessi ad essere seguito, e lasciare sempre più spazio
vuoto tra le righe dei piani per il futuro.
Mi hai letto? Mi hai creduto? Sai che in realtà io cerco di
essere preparato, per quanto mi riguarda, alle eventualità più diverse? Quando parto
cerco di avere con me il costume da bagno ed il cappotto spinato. So che altri
partono con niente o quasi. Tu decidi per come ti sembra giusto, e non stare ad
ascoltarmi. Le regole di vita non fanno
per me.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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