Per sempre saremo amici, ti amerò, mi penserai, sarà questa
casa, durerà questo lavoro, rimarrà quell’opera d’arte sublime, per sempre.
Per sempre vivrà l’illusione di ritrovare in una foto
ingiallita quella che eri tu, la mia felicità di allora, non capìta,
quell’unione fissata nel tempo e nello spazio, quell’angolo scomparso nella
città, dove ora ci sono palazzi, forse degrado, certo una vita allora
inaspettata.
Con la stagione nuova sembra di tornare a un anno prima, ma
poi in dispensa scopri il banale, una data su una confezione, e la data indica
che quel pacchetto ora contiene alimenti
scaduti, e non è ieri, è già domani. Ieri non era il sempre, non lo è
oggi, domani non so.
In questi giorni tento di ricordare una persona, di farla
ricordare, usando i miei poveri mezzi, che però tanto poveri non sono se li
affido ad un mezzo abbastanza potente di diffusione della conoscenza. Anche
quello però, come tutti i mezzi, è legato al tempo, al mutare delle mode e
delle modalità di trasmissione del ricordo e del sapere. Io confido che
il contenuto saprà superare anche le modifiche che il mezzo necessariamente subirà,
perché questo è già avvenuto molte volte, nel corso della nostra storia. Ecco la
misura del mio sempre, alla fine. Aver contribuito
a costruire il formicaio portando il mio minuscolo rametto. Se poi quel
formicaio domani sarà distrutto o se invece durerà per generazioni, io non
posso saperlo.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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