Il primo effetto fu un diffuso senso di ottimismo, di
migliorata attenzione nei confronti delle persone incontrate anche per strada e
di maggior disponibilità ed apertura a nuove possibilità sociali offerte da
questa primavera quasi estate così bella e prolungata.
Fu effimero, tuttavia, sostituito nell’arco di meno di due
mesi da nascenti preoccupazioni e meno positive considerazioni.
La donna guardava le piantine nel suo orto, ed era
preoccupata perché non crescevano col solito vigore. Doveva innaffiare la terra
almeno due volte al giorno e facendo una certa fatica. Con quel vecchio pozzo
che esisteva da generazioni, costruito da un suo bisavolo quasi centocinquanta
anni prima, non era uno scherzo sollevare circa venti secchi di acqua ogni
volta, perché tanti ne servivano. E poi l’acqua veniva quasi subito inghiottita
dal terreno secco, oppure evaporava al semplice contatto col suolo caldo, se
eseguiva l’operazione durante il giorno.
Il pescatore notò che l’ormeggio dove solitamente teneva la
sua barca dalla chiglia piatta tradiva il lento abbassarsi del livello del
fiume, e che poco a poco comparivano grandi distese di sabbia in punti che sino
a poco prima erano stati coperti dalla corrente.
Con varie ordinanze molti sindaci vietarono espressamente,
da un certo momento in poi, di usare l’acqua potabile dell’acquedotto per usi
diversi da quelli legati all’alimentazione o all’igiene della persona. Qualcuno
continuò a lavare tranquillamente l’auto in spazi privati o ad innaffiare le
piante, ma iniziarono ad arrivare le contestazioni da parte dei vigili urbani e
le conseguenti sanzioni.
La temperatura era costantemente sopra le medie stagionali,
e quando finalmente arrivò il periodo solitamente più piovoso dell’anno non
successe nulla. Non cadde una sola goccia di pioggia, il cielo si mantenne
sgombro da nuvole, e le località di villeggiatura balneare vissero una
inaspettata stagione di attività molto prolungata. Chi poteva perché ne aveva i
mezzi o disponeva del tempo ne approfittò per farsi vacanze non previste, ma
molto gradite.
L’enorme consumo di energia elettrica impiegata per far
funzionare i condizionatori ed i refrigeratori mise in crisi la rete di
produzione e distribuzione. I bacini montani erano quasi tutti al limite, e non
si voleva scendere oltre una certa soglia, quindi la produzione idroelettrica
registrò una caduta verticale. Aumentò l’importazione da paesi stranieri sia di
combustibili fossili da usare nelle centrali termoelettriche sia di energia
attraverso i grandi elettrodotti esistenti.
Inutile spiegare che il consumo eccezionale di acqua
minerale in bottiglia fece fare affari d’oro alle società concessionarie delle
varie sorgenti ed alle ditte responsabili dell’imbottigliamento. La vita
cambiò, in modo impercettibile ma costante.
Gli orari delle attività ricreative all’aria aperta si spostarono verso
i momenti più freschi della giornata, e chi doveva comunque lavorare nelle ore
più calde si trovò in grosse difficoltà.
La donna, un giorno, calando il secchio con la fune, lo riportò
in superficie semplicemente sporco di fango, ma vuoto. Il pescatore rinunciò
del tutto ad usare la sua barca dalla chiglia piatta. Era in secca ed il
rigagnolo di acqua residua che scorreva al centro del letto del fiume ormai di
pesci ne salvava ben pochi. Nessuno si azzardò più a sprecare l’acqua potabile,
perché non erano più necessari i vigili ad impedirlo, ma era sufficiente
l’implacabile ed irascibile controllo del vicinato. La bella stagione balneare
non potè proseguire all’infinito. Anche le pinete ed il verde che allietavano
la riviera cominciarono ad ingiallire e l’acqua salata iniziò a risalire lungo
i fiumi e i canali, ed anche attraverso la falda freatica, rovinando le
colture prima per centinaia di metri e poi per chilometri nell'entroterra. Pochi riuscivano a continuare a divertirsi in questo ambiente sempre più
evidentemente minacciato e morente.
Fenomeni di subsidenza per fattori climatici divennero più
evidenti dove già presenti, e comparvero dove prima non si erano mai notati a
memoria d’uomo. Crepe nuove, ogni giorno, iniziarono a minare la stabilità
degli edifici nei centri storici ed anche gli edifici di nuova costruzione ma
di grande estensione non ne uscirono indenni.
Un fenomeno nuovo, per certi versi imprevisto, toccò la
salute delle persone. L’umidità dell’aria, scesa a valori bassi mai toccati
prima, causò patologie sempre più gravi al sistema respiratorio e, nei soggetti
più deboli, anche alle capacità omeostatiche sia termiche che sistemiche.
Le biblioteche, le librerie domestiche, le stamperie, tutte le case editrici ed i giornali
dovettero affrontare un’invasione di microrganismi mutanti adattati al clima
secco che, unita ad una percentuale ormai prossima allo zero di umidità
nell’aria, progressivamente determinarono la polverizzazione di quasi ogni tipo
di carta, distruggendo in breve tempo secoli di cultura conservata con quel
supporto.
La siccità durò ininterrottamente per oltre 45 anni,
provocando danni incalcolabili in quasi ogni settore di interesse umano ed
incrementando i flussi migratori oltre ogni possibile pessimistica previsione.
La popolazione mondiale, dopo millenni, invertì per la prima volta in modo
abbastanza stabile il suo ritmo di crescita, passando a valori negativi.
Poi, un mattino, iniziò a piovere.
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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