sabato 21 febbraio 2015

Siccità


Il primo effetto fu un diffuso senso di ottimismo, di migliorata attenzione nei confronti delle persone incontrate anche per strada e di maggior disponibilità ed apertura a nuove possibilità sociali offerte da questa primavera quasi estate così bella e prolungata.
Fu effimero, tuttavia, sostituito nell’arco di meno di due mesi da nascenti preoccupazioni e meno positive considerazioni.

La donna guardava le piantine nel suo orto, ed era preoccupata perché non crescevano col solito vigore. Doveva innaffiare la terra almeno due volte al giorno e facendo una certa fatica. Con quel vecchio pozzo che esisteva da generazioni, costruito da un suo bisavolo quasi centocinquanta anni prima, non era uno scherzo sollevare circa venti secchi di acqua ogni volta, perché tanti ne servivano. E poi l’acqua veniva quasi subito inghiottita dal terreno secco, oppure evaporava al semplice contatto col suolo caldo, se eseguiva l’operazione durante il giorno.

Il pescatore notò che l’ormeggio dove solitamente teneva la sua barca dalla chiglia piatta tradiva il lento abbassarsi del livello del fiume, e che poco a poco comparivano grandi distese di sabbia in punti che sino a poco prima erano stati coperti dalla corrente.

Con varie ordinanze molti sindaci vietarono espressamente, da un certo momento in poi, di usare l’acqua potabile dell’acquedotto per usi diversi da quelli legati all’alimentazione o all’igiene della persona. Qualcuno continuò a lavare tranquillamente l’auto in spazi privati o ad innaffiare le piante, ma iniziarono ad arrivare le contestazioni da parte dei vigili urbani e le conseguenti sanzioni.
La temperatura era costantemente sopra le medie stagionali, e quando finalmente arrivò il periodo solitamente più piovoso dell’anno non successe nulla. Non cadde una sola goccia di pioggia, il cielo si mantenne sgombro da nuvole, e le località di villeggiatura balneare vissero una inaspettata stagione di attività molto prolungata. Chi poteva perché ne aveva i mezzi o disponeva del tempo ne approfittò per farsi vacanze non previste, ma molto gradite.

L’enorme consumo di energia elettrica impiegata per far funzionare i condizionatori ed i refrigeratori mise in crisi la rete di produzione e distribuzione. I bacini montani erano quasi tutti al limite, e non si voleva scendere oltre una certa soglia, quindi la produzione idroelettrica registrò una caduta verticale. Aumentò l’importazione da paesi stranieri sia di combustibili fossili da usare nelle centrali termoelettriche sia di energia attraverso i grandi elettrodotti esistenti.

Inutile spiegare che il consumo eccezionale di acqua minerale in bottiglia fece fare affari d’oro alle società concessionarie delle varie sorgenti ed alle ditte responsabili dell’imbottigliamento. La vita cambiò, in modo impercettibile ma costante.  Gli orari delle attività ricreative all’aria aperta si spostarono verso i momenti più freschi della giornata, e chi doveva comunque lavorare nelle ore più calde si trovò in grosse difficoltà.

La donna, un giorno, calando il secchio con la fune, lo riportò in superficie semplicemente sporco di fango, ma vuoto. Il pescatore rinunciò del tutto ad usare la sua barca dalla chiglia piatta. Era in secca ed il rigagnolo di acqua residua che scorreva al centro del letto del fiume ormai di pesci ne salvava ben pochi. Nessuno si azzardò più a sprecare l’acqua potabile, perché non erano più necessari i vigili ad impedirlo, ma era sufficiente l’implacabile ed irascibile controllo del vicinato. La bella stagione balneare non potè proseguire all’infinito. Anche le pinete ed il verde che allietavano la riviera cominciarono ad ingiallire e l’acqua salata iniziò a risalire lungo i fiumi e i canali, ed anche attraverso la falda freatica, rovinando le colture prima per centinaia di metri e poi per chilometri nell'entroterra.  Pochi riuscivano a continuare a  divertirsi in questo ambiente sempre più evidentemente minacciato e morente.

Fenomeni di subsidenza per fattori climatici divennero più evidenti dove già presenti, e comparvero dove prima non si erano mai notati a memoria d’uomo. Crepe nuove, ogni giorno, iniziarono a minare la stabilità degli edifici nei centri storici ed anche gli edifici di nuova costruzione ma di grande estensione non ne uscirono indenni.

Un fenomeno nuovo, per certi versi imprevisto, toccò la salute delle persone. L’umidità dell’aria, scesa a valori bassi mai toccati prima, causò patologie sempre più gravi al sistema respiratorio e, nei soggetti più deboli, anche alle capacità omeostatiche sia termiche che sistemiche.

Le biblioteche, le librerie domestiche, le stamperie,  tutte le case editrici ed i giornali dovettero affrontare un’invasione di microrganismi mutanti adattati al clima secco che, unita ad una percentuale ormai prossima allo zero di umidità nell’aria, progressivamente determinarono la polverizzazione di quasi ogni tipo di carta, distruggendo in breve tempo secoli di cultura conservata con quel supporto.

La siccità durò ininterrottamente per oltre 45 anni, provocando danni incalcolabili in quasi ogni settore di interesse umano ed incrementando i flussi migratori oltre ogni possibile pessimistica previsione. La popolazione mondiale, dopo millenni, invertì per la prima volta in modo abbastanza stabile il suo ritmo di crescita, passando a valori negativi.

Poi, un mattino, iniziò a piovere.

                                                                                             Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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