Diversi, anzi, molti anni fa, in una valle del Trentino,
neppure di quelle più isolate, successero varie cose. Mi dirai che come inizio
è abbastanza vago, perché ovunque succedono varie cose. È vero. Io però intendo
arrivare subito senza perdere altro tempo ad un episodio specifico.
Una coppia di insegnanti, amici, più o meno coetanei, furono
invitati dai loro alunni di terza media (così si chiamava allora la scuola
secondaria di primo grado) ad una festa che si sarebbe tenuta nel pomeriggio in
un paese non lontano, quello dove loro abitavano, un piccolo centro formato da
chiesa, cimitero, poche case e ancor meno negozi e luoghi pubblici.
Si accordarono per andare con una sola auto, e la scelta
cadde sulla Mini Minor di uno dei due, perché la vecchia Fiat 850 grigio topo
dell’altro era molto meno affidabile lungo certe strade di montagna, e non di
rado aveva già creato problemi col radiatore.
La decisione, per come andarono in seguito le cose, si rivelò
molto azzeccata.
Arrivarono nella località indicata ma, per una strana legge
secondo la quale più un posto è piccolo più facilmente ci si perde poiché sono
più carenti anche le indicazioni, faticarono a trovare la festa. In qualche
modo risolsero il problema, e rimasero molto stupiti nel vedere che i ragazzi
stavano urlando e ridendo accanto alla chiesa, dentro un salone
abbastanza poco illuminato e sul piazzale davanti a questo. Dal piazzale poi si
godeva una magnifica vista sulla valle sottostante e sul cimitero, cinque o sei metri
più in basso.
Non capirono subito di essere nel posto sbagliato, con le
persone sbagliate, nel momento sbagliato e che loro stessi ricoprivano un ruolo
sbagliato, ma non impiegarono neppure troppo tempo per farlo.
Dall’interno dell’antro buio usciva una musica molto forte.
Entrarono, giusto per far vedere che erano arrivati e salutare, e vennero
accolti da risa e benvenuti urlati da ragazzi un po’ alterati. Momenti
imbarazzanti li provarono quando notarono che nei punti meno illuminati le mani
dei ragazzini cercavano i culi delle ragazzine, con somma letizia e compiacimento
di tutti. Molti erano perfettamente ubriachi, capirono subito, ed in modo evidente. Uscirono, e scoprirono che nel
frattempo un paio di loro alunni si erano arrampicati sul tettuccio della Mini Minor, auto solida, non
certo come la 850 Fiat. Si avvicinarono
per farli scendere e allora videro, con terrore, che altri ragazzi,
completamente ubriachi, stavano camminando in bilico sul muretto che separava
il piccolo piazzale dal cimitero sottostante, col rischio evidente di cadere di
sotto e far finire la bella giornata con una tragedia.
Partirono dopo essersi semplicemente guardati negli occhi,
salutando quelli che li videro salire in auto semplicemente con qualche scusa o
facendo ciao con le mani.
Erano fuggiti, ne erano consapevoli, ma non potevano neppure
rimanere, e non avrebbero mai dovuto andare. Tra i loro colleghi, del resto,
nessuno aveva accettato l’invito, ma quelli conoscevano la valle, mentre loro due, freschi di nomina annuale, mandati tra i monti e provenienti da
province emiliane, non sospettavano neppure che quello fosse il tipo di festa
normale per quei ragazzi di terza media.
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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