Quando avviene sono guai, guai grossi. A cosa mi riferisco? Al predominio del singolo sul gruppo, e per gruppo si può intendere ovviamente un’associazione, l’intera società o addirittura una fede religiosa a diffusione mondiale.
Occorre ovviamente fare le dovute premesse, che sono la
salvaguardia del singolo individuo nei suoi diritti e prerogative intoccabili,
indipendentemente da chi è il singolo individuo. Per essere più chiaro occorre
dare per scontato che ogni persona, pur nella propria diversità, ha pari
diritti e dignità, sia essa donna o uomo, bianca, nera, gialla o blu,
eterosessuale, omosessuale o bisessuale, nomade o stanziale, nata qui o
altrove, e così continuando.
Con tali premesse tuttavia è possibile intaccare un po’
quell’io del quale ho riconosciuto i diritti, impedendogli di allargarsi
troppo, di espandersi, insomma.
In una cultura latina come la nostra, che vanta
indiscutibili pregi e risorse, l’individuo tende a prevalere sugli altri,
mentre in altre culture, probabilmente più evolute o forse soltanto diverse, è
il bene comune ad avere una considerazione di privilegio, ad essere un
principio connaturato nel singolo, o comunque imposto dalla struttura sociale.
Io mio io espanso tuttavia si presta molto bene ad essere un
possibile paradigma anche in quelle culture, quando si delega in modo eccessivo
ad altri l’uso individuale del sentimento e della ragione.
Questo io abnorme consiste nella figura di un mito, di un
eroe, di un capo, e riguarda sia chi si sente investito di questa forma di
diritto o di capacità riconosciuta sia
chi a questi si affida. È un circolo vizioso in alcuni casi, un circuito che si
autoalimenta e che, non di rado, è controllato in modo molto attento da chi sa
manipolare. È del tutto naturale tuttavia, ed è per questo motivo che il
modello ha successo.
I bambini, sin da piccolissimi, manifestano un carattere che
può essere quello del semplice bisogno di avere sostegno e condivisione oppure
di predominio, capendo molto presto che alcuni risultati si ottengono con
maggiori soddisfazioni avendo dalla propria parte un gruppo di piccoli amici
che sta sempre dalla tua parte piuttosto che dover cedere ogni volta alle
prepotenze altrui.
Poi, crescendo, evolvendo il carattere, si trova un
equilibrio, un ruolo, nella gerarchia delle persone che si frequentano. La
situazione ottimale si ha quando, in un gruppo, qualcuno è molto ascoltato su
un certo tema, qualcun altro gode della stima altrui in un altro settore, e
tutti, in modo più o meno equilibrato, trovano un proprio spazio, una
dimensione nella quale si sentono capiti e sanno di avere una certa autorità.
La situazione peggiore invece, di contro, è quando il capo è
uno solo (o sono pochi), è dominante su tutti o quasi gli aspetti, e nessuno
mette in discussione la sua autorità. Quell’io è ipertrofico, espanso,
avviluppa nella propria sfera ogni timida obiezione, è ammirato e temuto.
A me tuttavia fa paura anche l’io espanso soltanto ammirato,
positivo, apparentemente da non temere. Forse il suo potere è ancora più
pericoloso, o forse invece lo sa gestire con moderazione e buon senso, bontà
sua, ma resta sempre un potere accentrato.
Ho conosciuto persone di questo tipo, naturalmente
carismatiche, ammirate da tutti o quasi? La risposta è sì. A volte mi sono
illuminato di luce riflessa, dando il mio piccolo contributo, partecipando a
questo gioco. Altre volte ho capito subito e me ne sono distaccato
naturalmente, senza eccessiva fatica.
Nei rapporti interpersonali ormai mi capita di vedere queste
meccaniche, perché talvolta sono decisamente scoperte, da manuale.
Il bisogno di usare la propria testa indipendentemente da
quanto qualcun altro dice, e, al contempo, di non imporre le proprie
conclusioni a nessuno è un problema non da poco.
Ad esempio, in una coppia, se uno dei due componenti non ha
la piena autonomia e dignità che si riconosce all’altro elemento un io espanso
è sicuramente presente.
Io è il nome di una luna di Giove, scoperta da Galileo, e
tale scoperta fu tra le cause che portarono il grande scienziato ad essere
accusato dal Santo Uffizio, con le conseguenze che tutti conoscono.
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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