martedì 3 febbraio 2015

l’io espanso



Quando avviene sono guai, guai grossi. A cosa mi riferisco? Al predominio del singolo sul gruppo, e per gruppo si può intendere ovviamente un’associazione, l’intera società o addirittura una fede religiosa a diffusione mondiale.
Occorre ovviamente fare le dovute premesse, che sono la salvaguardia del singolo individuo nei suoi diritti e prerogative intoccabili, indipendentemente da chi è il singolo individuo. Per essere più chiaro occorre dare per scontato che ogni persona, pur nella propria diversità, ha pari diritti e dignità, sia essa donna o uomo, bianca, nera, gialla o blu, eterosessuale, omosessuale o bisessuale, nomade o stanziale, nata qui o altrove, e così continuando.
Con tali premesse tuttavia è possibile intaccare un po’ quell’io del quale ho riconosciuto i diritti, impedendogli di allargarsi troppo, di espandersi, insomma.
In una cultura latina come la nostra, che vanta indiscutibili pregi e risorse, l’individuo tende a prevalere sugli altri, mentre in altre culture, probabilmente più evolute o forse soltanto diverse, è il bene comune ad avere una considerazione di privilegio, ad essere un principio connaturato nel singolo, o comunque imposto dalla struttura sociale.
Io mio io espanso tuttavia si presta molto bene ad essere un possibile paradigma anche in quelle culture, quando si delega in modo eccessivo ad altri l’uso individuale del sentimento e della ragione.
Questo io abnorme consiste nella figura di un mito, di un eroe, di un capo, e riguarda sia chi si sente investito di questa forma di diritto o di capacità riconosciuta  sia chi a questi si affida. È un circolo vizioso in alcuni casi, un circuito che si autoalimenta e che, non di rado, è controllato in modo molto attento da chi sa manipolare. È del tutto naturale tuttavia, ed è per questo motivo che il modello ha successo.
I bambini, sin da piccolissimi, manifestano un carattere che può essere quello del semplice bisogno di avere sostegno e condivisione oppure di predominio, capendo molto presto che alcuni risultati si ottengono con maggiori soddisfazioni avendo dalla propria parte un gruppo di piccoli amici che sta sempre dalla tua parte piuttosto che dover cedere ogni volta alle prepotenze altrui.
Poi, crescendo, evolvendo il carattere, si trova un equilibrio, un ruolo, nella gerarchia delle persone che si frequentano. La situazione ottimale si ha quando, in un gruppo, qualcuno è molto ascoltato su un certo tema, qualcun altro gode della stima altrui in un altro settore, e tutti, in modo più o meno equilibrato, trovano un proprio spazio, una dimensione nella quale si sentono capiti e sanno di avere una certa autorità.
La situazione peggiore invece, di contro, è quando il capo è uno solo (o sono pochi), è dominante su tutti o quasi gli aspetti, e nessuno mette in discussione la sua autorità. Quell’io è ipertrofico, espanso, avviluppa nella propria sfera ogni timida obiezione, è ammirato e temuto.
A me tuttavia fa paura anche l’io espanso soltanto ammirato, positivo, apparentemente da non temere. Forse il suo potere è ancora più pericoloso, o forse invece lo sa gestire con moderazione e buon senso, bontà sua, ma resta sempre un potere accentrato.
Ho conosciuto persone di questo tipo, naturalmente carismatiche, ammirate da tutti o quasi? La risposta è sì. A volte mi sono illuminato di luce riflessa, dando il mio piccolo contributo, partecipando a questo gioco. Altre volte ho capito subito e me ne sono distaccato naturalmente, senza eccessiva fatica.
Nei rapporti interpersonali ormai mi capita di vedere queste meccaniche, perché talvolta sono decisamente scoperte, da manuale.
Il bisogno di usare la propria testa indipendentemente da quanto qualcun altro dice, e, al contempo, di non imporre le proprie conclusioni a nessuno è un problema non da poco.
Ad esempio, in una coppia, se uno dei due componenti non ha la piena autonomia e dignità che si riconosce all’altro elemento un io espanso è sicuramente presente.

Io è il nome di una luna di Giove, scoperta da Galileo, e tale scoperta fu tra le cause che portarono il grande scienziato ad essere accusato dal Santo Uffizio, con le conseguenze che tutti conoscono.


                                                                                   Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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