martedì 24 febbraio 2015

Salita


Partendo dalla strada asfaltata e da un parcheggio, si inizia a salire verso l’alto. Il sentiero era, ed è tutt’ora, facile all’inizio, tra muretti, case, alberi e panchine in attesa, ogni tanto, in punti dove ci si può sedere e guardarsi attorno.
Continuando l’orizzonte poco a poco si allarga, si vedono prima i tetti vicini, poi quelli della piccola cittadina e poi oltre, dove la campagna lotta inutilmente per resistere alle strade ed al cemento dei centri commerciali, delle strutture turistiche e delle nuove abitazioni. 
Arrivano suoni da cortili, rumore di traffico, si comincia ad ammirare il lago sino all’altra sponda, e poi più a sud, dove si perde nella leggera foschia.
Se non ci si ferma per non perdere il fiato e si sale con metodo ed il giusto ritmo, magari da soli, si cominciano ad apprezzare particolari minimi, come una piantina che si conosce bene, oppure un arbusto che invece non si sa che nome abbia. Poi si vedono insetti, e piccoli animaletti se si è fortunati, o uccelli.
La salita ancora non diventa impegnativa, ma richiede maggiore attenzione. Il sentiero ora è formato non solo da terreno calpestato da migliaia di scarpe e scarponi, ma anche da roccia e grossi massi che spuntano, con un po’ di erba e anche muschio, alla loro base.
Finalmente si arriva al bastione, solido, orgoglioso, a guardia del territorio, e ci si può fermare per guardare in basso, affacciandosi dal muretto che circonda un piccolo spiazzo pianeggiante attorno alla costruzione. Il potere militare e politico lo ha eretto, ed ora è ancora lì, un po’ superato, ridotto ad essere attrazione turistica anche se non vorrebbe, perché rimpiange la sua gloria.
Ma si continua, perché il piccolo sentiero, ora più ripido, seguita a salire, e il bisogno di seguirlo supera la tentazione di sedersi e poi scendere. Se c’è un sentiero, significa che molti lo hanno già percorso, e che probabilmente vale la pena percorrerlo.
Per chi non è molto allenato ora le cosce ed i polpacci iniziano a dar segnali, ma non c’è fretta, e ci si può tranquillamente adeguare alle proprie forze. Se capita di essere superati da qualcuno che sale di corsa con scarpette leggere e semplici pantaloncini corti è sufficiente ammirarlo, e continuare col proprio passo.
Poi, piccola e aderente alla roccia, la chiesetta, eretta come gesto di ringraziamento, ben al di sopra del bastione, non semplicemente come le cattedrali costruite allo stesso livello dei castelli. Il divino sopra l’umano, per chi ha fede, o semplicemente l’ideale sopra la forza. 
Oltre la chiesetta però il sentiero sempre più ripido continua, perché non si è arrivati alla cima, al limite estremo, e si è spinti a continuare.

In pochi minuti si arriva ad una ferrata, e per poter proseguire occorre un’attrezzatura seria unita al desiderio di superare l’ostacolo. Qui la scelta diventa chiara. Alcuni proseguono, altri si fermano, rinunciano, e, dopo aver ammirato ancora una volta la vista stupenda, iniziano a scendere.

                                                                                             Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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