In un mondo che perde sempre nuovi (vecchi) riferimenti in
modo costante ed inarrestabile sembra di dover combattere sortite di
rappresaglia, in retroguardia, mentre ci si ritira, non tanto per la paura del
futuro, che comunque ha dalla sua energie ben superiori a quelle di chi vi si
oppone, quanto piuttosto per difendere la nostra stessa natura, il fondamento
che ci giustifica come esseri umani.
Poiché da molti decenni sono un frequentatore di librerie e
biblioteche, in modo alterno e mutato nel tempo, ho assistito ad un processo
iniziato circa dieci, o meglio, venti anni fa. (Questa stima è viziata da
valutazione soggettiva, quindi ampiamente discutibile)
Ho visto chiudere o ridimensionare tantissime librerie.
Quelle esistenti stanno trasformandosi quasi ogni mese sotto i miei occhi,
cambiando il tipo di offerta commerciale, integrandola, ampliandola. Alcune
ospitano un bar, una sala per lettura anche con i quotidiani in libera
consultazione, servizi igienici, addirittura un fasciatoio per neonati, oppure
vendono giocattoli, oggetti da regalo,
musica e audiovisivi, inseguendo gli interessi e le disponibilità economiche
dei potenziali clienti. E parlo delle più grandi, ovviamente, spesso appartenenti a catene nazionali, non delle più piccole, sempre più alle corde.
Le stesse biblioteche pubbliche si devono adeguare ai tempi,
e mutano cercando di far fronte a quanto richiedono sempre più utenti che
desiderano consumare cultura ed informazione ma non spendere denaro. Ed ecco
che pure queste offrono quotidiani, servizi ristoro, spazi per bambini, oltre
alle tradizionali sale di lettura, e gli immancabili servizi igienici. In
particolare i servizi igienici poi, in qualche caso, sono utilizzati non da chi
entra per leggere, cioè per motivi culturali, ma per semplici bisogni
elementari, tra i quali è compresa anche quella di lavarsi o fare il bucato, e
mi riferisco a casi di frequentatori senza fissa dimora, che tentano
semplicemente di sopravvivere in modo dignitoso. Tra questi, ma anche tra gli
altri frequentatori, non mancano poi i vandali, che procurando danni di tipo
diverso rendono sempre più oneroso gestire tali servizi per l’intera comunità.
È un discorso diverso però quello che vorrei fare, ed un po’
ho deviato dal mio intento iniziale, quindi ritorno al tema.
I libri sono semplicemente sotto attacco, quelli cartacei
intendo, in via di lenta estinzione. Tutti i segni premonitori sono presenti.
Moltissime offerte di sconti, come durante gli anni finali del VHS, meno
giovani che li comprano, preferendo altri supporti, meno gente che ha soldi da
spendere in genere, e non solo per i libri, riduzione dei punti specializzati e
vendita in altri spazi commerciali, che ovviamente riducono la gamma
dell’offerta puntando solo sui soliti noti.
C’è ben poco da fare contro la standardizzazione dei gusti,
la cultura superficiale che passa solo attraverso la pubblicità televisiva, la
scolarizzazione sempre più derisa e sottovalutata, sia per quanto riguarda gli
insegnanti che gli alunni. Gli insegnanti non contano nulla, perché non
guadagnano quanto altri che hanno studiato molto meno. Gli alunni non vedono
valorizzato e riconosciuto il loro titolo di studio, se non grazie a meriti
(non certo di merito) extrascolatici.
Ed allora? Allora nulla. Starò a vedere cosa succede. Ho
scorte di libri per superare in un bunker antiatomico che il livello di
radioattività ambientale esterno scenda a livelli accettabili. Pazienza se non
potrò leggere, nel frattempo, le pubblicazioni su altri supporti non cartacei.
Non credo che i libri saranno del tutto spariti quando tornerò alla luce del
sole, dopo la notte nucleare, ma neppure so prevedere cosa si salverà dalle
macerie di questa guerra in atto.
Forse la lenta agonia del libro è iniziata da un pezzo, ma
non so quando finirà.
Mi sbilancio però in una previsione. L'era dell'ebook non sarà lunghissima, perchè gli strumenti usati per leggerlo sono soggetti ad un processo di invecchiamento che non ha precedenti nella storia umana. Molti libri stampati decenni prima dell'invenzione della lettura digitale ci saranno ancora quando quelle allegre e leggerissime macchinette non le vorrà più nessuno, se non i nostalgici che frequenteranno i mercatini di modernariato.
Silvano C.©Mi sbilancio però in una previsione. L'era dell'ebook non sarà lunghissima, perchè gli strumenti usati per leggerlo sono soggetti ad un processo di invecchiamento che non ha precedenti nella storia umana. Molti libri stampati decenni prima dell'invenzione della lettura digitale ci saranno ancora quando quelle allegre e leggerissime macchinette non le vorrà più nessuno, se non i nostalgici che frequenteranno i mercatini di modernariato.
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