giovedì 26 febbraio 2015

Una lenta agonia



In un mondo che perde sempre nuovi (vecchi) riferimenti in modo costante ed inarrestabile sembra di dover combattere sortite di rappresaglia, in retroguardia, mentre ci si ritira, non tanto per la paura del futuro, che comunque ha dalla sua energie ben superiori a quelle di chi vi si oppone, quanto piuttosto per difendere la nostra stessa natura, il fondamento che ci giustifica come esseri umani.
Poiché da molti decenni sono un frequentatore di librerie e biblioteche, in modo alterno e mutato nel tempo, ho assistito ad un processo iniziato circa dieci, o meglio, venti anni fa. (Questa stima è viziata da valutazione soggettiva, quindi ampiamente discutibile)
Ho visto chiudere o ridimensionare tantissime librerie. Quelle esistenti stanno trasformandosi quasi ogni mese sotto i miei occhi, cambiando il tipo di offerta commerciale, integrandola, ampliandola. Alcune ospitano un bar, una sala per lettura anche con i quotidiani in libera consultazione, servizi igienici, addirittura un fasciatoio per neonati, oppure vendono  giocattoli, oggetti da regalo, musica e audiovisivi, inseguendo gli interessi e le disponibilità economiche dei potenziali clienti. E parlo delle più grandi, ovviamente, spesso appartenenti a catene nazionali, non delle più piccole, sempre più alle corde.
Le stesse biblioteche pubbliche si devono adeguare ai tempi, e mutano cercando di far fronte a quanto richiedono sempre più utenti che desiderano consumare cultura ed informazione ma non spendere denaro. Ed ecco che pure queste offrono quotidiani, servizi ristoro, spazi per bambini, oltre alle tradizionali sale di lettura, e gli immancabili servizi igienici. In particolare i servizi igienici poi, in qualche caso, sono utilizzati non da chi entra per leggere, cioè per motivi culturali, ma per semplici bisogni elementari, tra i quali è compresa anche quella di lavarsi o fare il bucato, e mi riferisco a casi di frequentatori senza fissa dimora, che tentano semplicemente di sopravvivere in modo dignitoso. Tra questi, ma anche tra gli altri frequentatori, non mancano poi i vandali, che procurando danni di tipo diverso rendono sempre più oneroso gestire tali servizi per l’intera comunità.
È un discorso diverso però quello che vorrei fare, ed un po’ ho deviato dal mio intento iniziale, quindi ritorno al tema.
I libri sono semplicemente sotto attacco, quelli cartacei intendo, in via di lenta estinzione. Tutti i segni premonitori sono presenti. Moltissime offerte di sconti, come durante gli anni finali del VHS, meno giovani che li comprano, preferendo altri supporti, meno gente che ha soldi da spendere in genere, e non solo per i libri, riduzione dei punti specializzati e vendita in altri spazi commerciali, che ovviamente riducono la gamma dell’offerta puntando solo sui soliti noti.
C’è ben poco da fare contro la standardizzazione dei gusti, la cultura superficiale che passa solo attraverso la pubblicità televisiva, la scolarizzazione sempre più derisa e sottovalutata, sia per quanto riguarda gli insegnanti che gli alunni. Gli insegnanti non contano nulla, perché non guadagnano quanto altri che hanno studiato molto meno. Gli alunni non vedono valorizzato e riconosciuto il loro titolo di studio, se non grazie a meriti (non certo di merito) extrascolatici.
Ed allora? Allora nulla. Starò a vedere cosa succede. Ho scorte di libri per superare in un bunker antiatomico che il livello di radioattività ambientale esterno scenda a livelli accettabili. Pazienza se non potrò leggere, nel frattempo, le pubblicazioni su altri supporti non cartacei. Non credo che i libri saranno del tutto spariti quando tornerò alla luce del sole, dopo la notte nucleare, ma neppure so prevedere cosa si salverà dalle macerie di questa guerra in atto.
Forse la lenta agonia del libro è iniziata da un pezzo, ma non so quando finirà.
Mi sbilancio però in una previsione. L'era dell'ebook non sarà lunghissima, perchè gli strumenti usati per leggerlo sono soggetti ad un processo di invecchiamento che non ha precedenti nella storia umana. Molti libri stampati decenni prima dell'invenzione della lettura digitale ci saranno ancora quando quelle allegre e leggerissime macchinette non le vorrà più nessuno, se non i nostalgici che frequenteranno i mercatini di modernariato.
                                                                                             Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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