lunedì 23 febbraio 2015

Non ti vedo


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“Non ti vedo, quindi non esisti, non puoi più farmi paura.”
A volte, da bambini, ci si rifugia in questa allucinazione innocente che vuol rimuovere persone, animali o cose che possono spaventare.
Esiste poi il caso un po’ diverso che spinge ad immaginare (sperare o temere) che tutto il mondo si riduca unicamente al visibile, al percepibile con la sola vista, e che col passare degli anni diventa il mondo raggiungibile con uno qualunque dei sensi, e in seguito quello legato all’esperienza diretta, personale.
Si arriva così all’illusione di poter ignorare quello che invece siamo tenuti a conoscere per età, studi, esperienze di vita, ambiente e, aggiungo, informazioni di ogni genere che ci colpiscono ogni giorno attraverso televisione, rete, giornali…

E qui sta il problema. Se una cosa non la conosco, ovviamente non ne sono responsabile. Se un fatto, invece, non lo voglio conoscere mentre ne avrei le possibilità, inganno me stesso, prima ancora di mentire agli altri.
Evitare ogni tipo di approfondimento per evitare coinvolgimenti è una scappatoia infantile. A complicare il ragionamento bisogna specificare poi che non è possibile approfondire tutto, e troppo è destinato a rimanere in ogni caso lontano dalle nostre possibilità.

Ecco quindi la situazione. La responsabilità esiste, non è possibile girare semplicemente la testa dall’altra parte o chiudere gli occhi, e allo stesso tempo non si può essere responsabili di ogni cosa.
Mi viene da pensare a persone che assumono su di loro molteplici incarichi, tutti magari ben retribuiti, e fisicamente non possono, neppure disponendo di giornate estese a 48 ore, dedicare ad ognuno di loro l’attenzione e l’impegno che meriterebbe. Il sospetto, in questi casi, è che si tratti, volgarmente, di smania di potere non inteso come servizio, bensì come fonte di prestigio e vantaggi (Uso parole prudenti volutamente, invece di termini che potrei benissimo scrivere, questo spero che tu lo capisca).

Il “non ti vedo” lo voglio declinare, in conclusione, in un modo ben diverso. Io non ti vedo, ma so che ci sei, e non sei sola/o. Sei un elemento di una legione smisurata, troppo silenziosa ed educata. Sei colei, o colui, che non si gira sempre dall’altra parte, ma che si mette in gioco, per quanto può, secondo i suoi mezzi. Cerchi di capire. Ti sforzi di fare la tua parte. Non parli di difesa della famiglia e poi, nella tua vita privata, sei un pluridivoziato. Lavori, se hai la fortuna di averlo il lavoro, in modo onesto. Difendi i tuoi diritti e quelli degli altri allo stesso modo. Capisci che la libertà di ciascuno di vivere la propria vita è sacra anche se non credi a nessun dio, perché la sua libertà non tocca la tua. 
Sai insomma che non potrai cambiare il mondo, ma non fingi di non sapere. Semplicemente hai delle priorità, e ti dedichi a svolgere la tua parte. Solo la tua, ma sino in fondo, senza dire: “non ti vedo”.


                                                                                             Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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