Mi sono organizzato con
sufficiente cura, ma senza programmare troppo, perché odio i viaggi organizzati
e già andare in Sardegna col traghetto, visto che occorre prenotare, mi riesce
ostico.
Insomma, ho comprato un paio
di guide di Praga, cartine e materiale vario, e il camper è ancora efficiente e
con pochissimi acciacchi. È il 1995, Berlusconi è da poco sceso in campo, mio
figlio ancora ci segue senza problemi nei nostri viaggi, ed io pure sono più
giovane e più disponibile a provare, a cercare, a fare un po’ di fatica per
vedere le cose.
Devo chiarire che non ho mai
volato. Ho paura di volare, quindi ho visitato un po’ di Europa, ma solo
quella.
Il viaggio inizia,
l’allegria e l’attesa dell’ignoto sono un motore formidabile per scordare i
tanti problemi che lasciamo a casa. Superiamo il Brennero, ci dirigiamo verso
est. All’altezza di Saltzburg arriviamo ad un grosso bivio autostradale.
Colonne di camper sono dirette verso nord-est, verso Praga, mentre nell’altra
direzione l’autostrada sembra semideserta.
È un attimo, metto la
freccia e lasciamo Praga ad un viaggio futuro. (Ancora oggi, mi vergogno ad
ammetterlo, non l’ho mai visitata)
Ora il viaggio è diventato
imprevisto ed avventura. In pochi secondi la meta è diventata Berlino, e se me
lo avessero detto ancora la mattina stessa non ci avrei creduto. La Germania è
riunificata da meno di 5 anni, la DDR è un mito nella mia memoria storica, ed
ora siamo diretti in quelle regioni.
Ora ho scordato molte cose
di quel viaggio, ma non la decisione di arrivare direttamente in centro a
Berlino.
Dopo l'arrivo, ed aver constatato che in zona non esistono campeggi comodi e sufficientemente vicini, decidiamo per una sosta in Straße des 17 Juni, il viale che unisce la Porta di Brandeburgo con la Siegessäule, la Colonna della Vittoria.
Dopo l'arrivo, ed aver constatato che in zona non esistono campeggi comodi e sufficientemente vicini, decidiamo per una sosta in Straße des 17 Juni, il viale che unisce la Porta di Brandeburgo con la Siegessäule, la Colonna della Vittoria.
Attorno a noi il parco
immenso del Tiergarten, e sul viale un traffico incredibile. Nessun cartello di
divieti visibili però, e neppure camper parcheggiati come il nostro.
Scarico le tre biciclette ed
iniziano così i nostri 5 giorni a Berlino, senza cartine né guide in italiano. Io parlo
poco il tedesco, ma capisco le cose essenziali ed ho pure una buona pronuncia, pare. Questo mi crea qualche difficoltà perchè quando chiedo informazioni, preparandomi prima per bene il discorso, mi prendono per chi capisce bene la lingua, e rispondono con termini complicati, incomprensibili. Io annuisco e faccio finta di capire, poi saluto.
Le piste ciclabili sono un sogno e mio figlio è al sicuro quando è in bicicletta.
Le piste ciclabili sono un sogno e mio figlio è al sicuro quando è in bicicletta.
Ancora oggi, a distanza di
quasi 20 anni, questo mi ricorda che programmare non è sempre la cosa migliore
da fare, e che seguire l’istinto, aggiungendovi un po’ di sana misantropia, a
volte porta a bellissime avventure.
In quel viaggio mitico ci
sono successe tante cose, ovviamente, ma queste forse le racconterò un’altra
volta.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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