Mettiamola così. A tutti fa
piacere essere ascoltati quando si ha voglia di dire qualcosa. Altre volte non si
ha desiderio di dire o scrivere, ed allora si ascolta e si legge, o
semplicemente si eseguono lavori manuali, o ancora ci si isola un po’
dal resto del mondo, perché pure di questo si ha bisogno, di tanto in tanto, in
modo naturale e per niente patologico. A patto di non esagerare, ovviamente,
perché ogni medicina è veleno se usata in dosi eccessive.
Ora voglio raccontare del
mio matrimonio, avvenuto ormai nel secolo scorso, nel millennio scorso. Quando
la rete era solo quella da pesca.
Matrimonio civile, in quel
di Riva del Garda, lontano dalla mia città di origine, come lontano dalla città
di origine di mia moglie: par condicio.
Cerimonia in Municipio,
“officiata” da un oscuro commerciante locale che neppure conoscevo di vista,
delegato dal sindaco ma con fascia tricolore, perché, se una cosa so di non essere,
è persona importante. Non sono mai riuscito a capire come
introdurmi negli ambienti su; per mancanza di
ambizione, di vera motivazione o probabilmente di doti tali da farmi emergere
di luce mia propria.
Invitati pochissimi:
genitori e parenti prossimi, alcuni amici del momento e della mia storia. In tutto una ventina di persone.
Abbigliamento assolutamente
non acquistato per l’occasione ma pescato tra le cose più adatte, a nostro
insindacabile giudizio, tra ciò che già possedevamo. Mi è costato molto di più,
pochi anni dopo, partecipare, da solo, al matrimonio di uno di quei pochi amici
invitato al mio. Il suo è stato uno sposalizio da manuale, con tantissimi
invitati, cerimonia in chiesa, gente elegante e pranzo in un ristorante
lussuoso. Io, per l’abito scuro e adatto all'occasione, il regalo importante, il viaggio in
una regione lontana ed il soggiorno in albergo mi sono sottoposto ad un piccolo
salasso senza poter dire di no, pur essendo l’opposto della mia filosofia di vita.
Ma per tornare al mio, di
matrimonio, ricordo che quando scendemmo in cortile dal salone del Municipio ci lanciarono riso
che avevano sottratto a nostra insaputa a casa nostra (perché, non l’ho ancora detto, io e mia
moglie convivevamo già prima del matrimonio). Riso integrale, accidenti. Ma sul
momento non lo realizzai e sorrisi come uno stupido, come conviene sempre
in tali casi.
Il pranzo di nozze fu
una comica. Si svolse presso un agritur, con antipasti della casa e un primo costituito
da canederli. Mio padre brontolò non tanto sottovoce che lui, un
banchetto matrimoniale con pane secco in brodo servito come unico primo piatto lo trovava
poco adatto. Pure la torta, una crostata, venne giudicata poco consona dai
puristi della cerimonia. Ma tant’è, quello ci piaceva, e quello scegliemmo
ed organizzammo. Volevamo una cosa informale, che non impegnasse nessuno a sprechi
inutili, volevamo condividere un momento, e ci siamo riusciti.
Anche il servizio
fotografico non fu da meno. La foto più bella che abbiamo è quella dove noi due salutiamo da una finestra dell’agritur, ripresi dal basso. Io in
posa papalina e benedicente, lei sorridente e più composta.
Anche le altre poche foto sono state uniche nel loro genere. Un amico ha rimesso per errore nella fotocamera un rullino con immagini delle sue vacanze. Il risultato è stato spiazzante. Ad esempio ora mia moglie e mio suocero sono assieme e sovrapposti ad un suggestivo tramonto greco; solo un professionista creativo avrebbe potuto immaginare di realizzare un'immagine simile.
Anche le altre poche foto sono state uniche nel loro genere. Un amico ha rimesso per errore nella fotocamera un rullino con immagini delle sue vacanze. Il risultato è stato spiazzante. Ad esempio ora mia moglie e mio suocero sono assieme e sovrapposti ad un suggestivo tramonto greco; solo un professionista creativo avrebbe potuto immaginare di realizzare un'immagine simile.
Pure altre cose furono
uniche nel nostro matrimonio, ma non ha senso dilungarmi in tali ricordi
personali, visto che lo spirito della cerimonia credo di averlo descritto a
sufficienza.
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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RispondiEliminaIl tu è perfetto, Riccardo. in rete è la cosa migliore, per me, abbatte inutili barriere, e basta la normale educazione per confrontarsi. per il resto sbagli però. è uno dei ricordi più belli che conservo, e non cambierei nulla della mia cerimonia di nozze, a tanti anni di distanza, anche se potessi. pensa che ho lavato io l'auto la mattina stessa, la mia vecchia 127 di allora. invece ho provato solo imbarazzi al matrimonio del mio amico, facendo sorrisi di circostanza. per me quello è stato un bel giorno... Silvano
RispondiEliminae su questo mia moglie ed io siamo una cosa sola. ci diverte ancora pensare a quel giorno. scusa. ma ho letto in fretta il tuo commento, e non avevo capito che volevi anche il suo parere...
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