Non mi riferisco ai passi alpini, quelli non sono mai stati miei anche se su alcuni sono transitato.
Penso a ciò che ero, a ciò che eravamo e per forza di morte non siamo più. Eppure ritorno e basta poco per farlo. Schifo la noia come facevano gli Este, rispetto la morte e la chiamo Signora ma tento di eluderla, rimpiango l’amicizia ma sono il primo a non essere costante e a tradirla, sono fintamente altruista come sempre, e questo è il senso del ritorno. Ciò che fui sono, maturità vera non pervenuta, vizi mai sepolti, tutto il meglio e il peggio con l’aggravante degli anni che pesano e dei ricordi ancor più gravosi.
Ho raffinato la tecnica, so abbozzare, ho imparato a volte a scordare. Non dura molto l’oblio ma non è rarissimo. Ho messo una grossa pietra su alcune idee o alcuni viaggi possibili o imprese mai tentate. Non dico mai ma lo sottintendo, e i giorni che passano giocano a mio favore. Sottraggo anche se è difficile. Viaggerei ovunque tu volessi, quello lo farei, magari anche in aereo se necessario e in fondo ne sarei pure curioso, ma non se ne farà nulla, tu non saresti con me su quel volo e per averti accanto mi basta fare due passi fuori. E questo dopo, prima che sia troppo tardi. Ciao, Viz
Silvano C.©
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