Paoli in una sua canzone ha detto che i semafori rossi non sono Dio, ma lui è Paoli, io sono nessuno. Non ha senso che accosti l’ontologia o il dialogo sui massimi sistemi alle rotatorie, è fuori luogo ma la tentazione mi viene.
Sarebbe meglio prenderla come fa Giacobazzi, il cantore delle rotatorie di Ravenna, ma non sono neppure adatto al cabaret e devo fermarmi, seguire il filo dei miei pensieri.
Credo che la rotatoria abbia un significato che supera le intenzioni legate alla circolazione stradale. Non è come un normale incrocio che si affronta solitamente con la scelta immediata di proseguire diritti o di svoltare a destra o a sinistra, ed è ovviamente più complessa di un semplice bivio, problema risolvibile da chi sa maneggiare 0 e 1 perché conosce il sistema binario.
La rotatoria prima di tutto richiede attenzione, come incroci e bivi, ma poi offre la possibilità di riflettere sulla motivazione di arrivare in un certo luogo, e permette anche l’attesa della decisione. La perfezione si raggiunge quando ad una rotatoria ne segue a breve distanza una seconda. Nella vita non sempre viene permesso di cambiare idea e di invertire completamente la direzione, la doppia rotatoria in sequenza sì.
La rotatoria tuttavia la troverei più adatta alle scelte importanti e non a quelle di direzione stradale. Ma è solo una mia opinione. Ciao Viz. So che con Giacobazzi sorridi ancora.
Silvano C.©
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