martedì 28 settembre 2021

In trincea

Durante la guerra di trincea si attende l’assalto del nemico, nella speranza di saperlo contenere e di non essere colpiti dal fuoco delle artiglierie che di solito preparano questo assalto. Oppure si aspetta l’ordine di essere mandati all’assalto, in un gioco delle parti nelle quali i ruoli sembrano scambiarsi ma la morte arriva per tutti.

Non posso dirmi in trincea, è ovvio, ma la sensazione di essere sotto attacco non riesco a togliermela di dosso. Alcune residue certezze sembrano vacillare, inoltre avverto una sorta di aria di tradimento e di non riconoscimento da parte di chi invece avrebbe dovuto capire e non ribaltare la lettura della situazione.

Magari esagero, come spesso mi capita. Forse è solo normale dialettica relazionale nella quale sono coinvolto indirettamente ma pesantemente. Se tu ora fossi qui sapresti dirmi le cose giuste, lo sapresti fare. Tendo a drammatizzare e, al solito, aspetterò per vedere come andrà nei prossimi giorni. Non ho diritto di imporre una mia posizione e non saprei neppure che posizione prendere.  Del resto in trincea si devono solo eseguire gli ordini e aspettare. Magari poi il vero nemico non è chi indossa una divisa diversa, ma sono i topi, è il freddo, è la dissenteria, è il comandante pazzo o la pioggia che non smette. Ciao, Viz.

                                                                                   Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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