giovedì 3 marzo 2016

Si è alzato di nuovo il vento



 
È forte, sposta i rami alti degli alberi facendoli oscillare quasi come alghe mosse dal moto ondoso, e penetra in casa appena si apre una finestra, raffreddando ogni cosa. Lo sento infilarsi sotto le tegole, e si vede come raggruppa le nuvole grigie, che forse potrebbero portare pioggia, o forse ancora neve tardiva.
Al vento affido pensieri, come ogni volta in questi casi, e lui li prende, come ogni volta, disperdendoli. Mi fa sentire in colpa, esattamente come ogni volta. Che diritto ho di disperdere alcuni pensieri, di allontanare ciò che è importante ed aspetto, ma che ancora non arriva? Anche questa domanda però mi viene portata via, e non ottengo risposta. Neppure il silenzio mi risponde, ma sempre lui, il vento, col suo sibili che entrano ovunque e così ripulisce ogni cosa, oppure sparge e confonde, rimescola e spiazza.

Dovrei affidarmi a lui, perché non ha pensieri se non quelli che ci strappa, e perché sa sempre cosa deve fare, non ha dubbi, o ripensamenti. Se capita che faccia enormi danni, che uccida anche, lui non è colpevole, e come potrebbe esserlo, del resto? Gode di privilegi che io non ho e non avrò mai. Soffiava milioni di anni fa, e soffierà ancora, continuando a rimescolare e spostare, a far crollare o volare ciò che vorrà. Potrei decidere di mettermi al suo fianco, una volta tanto. Magari in un sogno, questo mi è possibile, oppure con la fantasia, e immedesimarmi, allontanarmi sempre di più, senza scordare nulla, ma trovando ciò che non mi aspettavo esistesse. Forse il vento è saggio, o magari no, è solo la mia proiezione che lo fa sembrare tale. E non è neppure persona, forse un dio, come un tempo si credeva, ed alcuni ancora lo fanno.

Si è alzato di nuovo il vento e mi riporta alle piccole abitudini, mi fa tornare alle cose che mi aspettano col suo richiamo di eternità. I tanti invisibili puntini dei giorni sono parte di quella cosa infinita che chiamiamo tempo, e se per qualche fisico anche il tempo ha un inizio ed una fine a me poco importa. Non possiedo orologi adatti a vederlo tutto, ma solo per sapere che ora sono quasi le nove, che poi devo uscire per quella commissione, che devo vedere come sostituire quelle piante che si sono stancate di stare con me, e che poi devo pensare al pranzo, perché mi piace cucinare, un po’, senza esagerare come spesso mi capita.  


                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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