Voglio elencare di seguito alcuni episodi ai
quali ho assistito, certi sono recentissimi, e osservazioni che ognuno di noi
può verificare ogni giorno con i propri occhi, e tutto questo per spiegare, perché
nulla più di un esempio aiuta a capire.
1 - Marciapiede con pista ciclabile. I segnali
sono chiarissimi, è impossibile non vederli, e la linea bianca continua separa
i percorsi. Camminando a piedi, e se non ci sono ostacoli, è bene non invadere la corsia
dedicata ai ciclisti. Verso di me viene un gruppo di
persone, che camminano in parte sulla ciclabile. Dietro di loro un ciclista, che fa suonare il campanello. I pedoni si spostano, uno di loro
tuttavia si sente spiritoso, e dice, a voce alta:
“Passi, ma stia tranquillo per favore, è una bella
giornata. Si diverta!”. E poi tutto come prima, non succede nulla, lo spiritoso
tutto soddisfatto continua per la sua strada, col suo gruppo, e mi supera. Sembra che nessun
dubbio lo turbi. Io avrei voluto invece attaccar briga, e mettermi a discutere
in mezzo alla via, non fargliela passare, ma ho preferito evitarlo, ed ho
proseguito in direzione opposta, brontolando a voce più o meno alta: “Ma razza
di idiota, e pure maleducato. Ma come ti permetti di fare lo spiritoso con chi
semplicemente chiede strada dove ne ha diritto e tu, che hai invaso il suo
spazio, invece di tacere e spostarti (capita a tutti di sbagliare, non muore
nessuno in questi casi) oppure, meglio ancora, di chiedere scusa, fai lo
spiritoso prendendolo quasi in giro, invitandolo alla calma, cosa che lui in
modo evidente non ha mai perso? Che senso ha la tua battuta? Far capire che il
suo diritto è discutibile e che in fondo se tu invadi il suo spazio non fai
nulla di sbagliato e, anzi, ti ritieni pure simpatico?”
2 – Sempre in strada. Io arrivo in auto e
curvo a destra per imboccare la strada che mi interessa. Non vado veloce, ma
invado leggermente la corsia opposta. Dall’altra direzione arriva il mio
vicino, in bicicletta, ed io rallento, mentre lui si sposta più a destra, visto
stava un po’ troppo in centro. Nel pomeriggio lo vedo, sul pianerottolo del
condominio, e ridendo dico che abbiamo rischiato uno scontro. Lui non sorride
per nulla, e mi risponde che io ho invaso la sua corsia di marcia. Io lascio cadere
il discorso, non mi va di discutere con lui, e penso: “Ma per la miseria
(eufemismo), tu stavi procedendo in bicicletta su una strada che ha un’enorme
pista ciclabile a lato, per realizzare la quale hanno pure ristretto la sede
stradale, e invece di stare su quella occupavi, in bicicletta, la corsia di
marcia delle auto. È vero che io ho fatto la curva larga, ma tu non avresti
dovuto essere da un’altra parte? Chi ha sbagliato sono solo io, tu invece
non hai alcun dubbio sulla faccenda?”.
3 – Inizia la bella stagione. I motociclisti
ormai hanno tolto le loro amiche cromate dai garage e viaggiano allegramente in
strada, ma, fortunati loro, non sono tenuti a rispettare le regole del codice
della strada. Io, in auto, non posso superare la linea continua, semplice o
doppia che sia. Loro, invece, pensando solo al diritto di suicidarsi scontrandosi
con chi procede in senso contrario, magari uccidendo pure altri, non solo se
stessi. Sono convinti che quelle linee indichino un obbligo solo per gli altri, non per
loro.
4 – I giardini, i parchi, le strade, le spiagge,
le montagne ed i luoghi pubblici, che sono patrimonio di tutti, per alcuni
rappresentano la massima libertà di utilizzo, ignorando che pure altri ne
vorrebbero godere, e magari se li trovassero puliti ne sarebbero felici. Invece
ovunque si trovano cartacce, bottiglie, scritte sui muri, panchine rovinate o
in qualche caso divelte, servizi igienici sporchi in modo indescrivibile,
mozziconi abbandonati ovunque su ogni spiaggia, sentieri di montagna con
rifiuti che gli escursionisti non hanno voluto riportarsi a valle, e così via. Il
mio privato lo proteggo. Il pubblico è solo terreno di conquista, non ha senso difenderlo per gli altri.
5 – Il mio
partito (o movimento) politico non merita alcuna critica. Le idee degli altri
sono sbagliate per definizione. Ci fosse uno che dica di votare in un certo
modo e di non approvare alcune (o molte) delle scelte che i suoi eletti poi fanno, ignorando probabilmente le sue motivazioni di voto. Se quel qualcuno c’è, si aggiunga nei commenti, e dica
in modo esplicito: “Io voto XXX, ma quello che XXX sta facendo in questo caso
specifico non mi piace”. Chiedo di
evitare facili e falsi commenti criticando una parte politica che non si è votata. L’invito
esplicito, insomma, è criticare in casa propria. Se non ci si riesce credo che questo
rappresenti un pessimo indicatore dell’avvitamento sulle nostre posizioni
ignorando quelle altrui.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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