martedì 19 marzo 2024

Pedalare in solitudine

Da solo conto come il due di Picche, che mi dicono sia una carta che vale molto poco. L’affermazione probabilmente è eccessiva, frutto di un’ora di malumore e cielo grigio, sorta di autocommiserazione che dalla faccenda vorrebbe trarne una sorta di segno distintivo. Ma se sono da solo da cosa mi distinguo? In realtà ritorno con la mente ai momenti prima d’incontrarti, quando veramente una certa solitudine mi pesava e la ritenevo un ingombro da togliermi di dosso in ogni modo possibile e pensabile. Ho fatto cose che in tanti fanno, un po' me ne vergogno anche se erano tentativi giusto per non lasciare per strada opportunità non esplorate. Dopo i risultati abbastanza deludenti questi momenti li ho rimossi e oggi non li ritengo più accettabili, se non altro per una forma di dignità o di disinteresse maturato coi tempi. Un po' come con una vecchia amicizia, importantissima ma irripetibile, ormai non più recuperabile come quando era viva, entusiasta e vergine. Una certa solitudine si raggiunge col tempo e con le scelte che escludono, non è una bella cosa neppure in questo caso, so di persone che la sanno combattere e un po' le invidio, ma non è la stessa cosa che si vive, o almeno alcuni vivono, nei momenti di formazione. Si potrebbe dire, per fare una battuta, che ho voluto la bicicletta ed ora devo pedalare. A conferma di questo stato d’animo non del tutto campato in aria o da meteoropatico ieri ho ricevuto una telefonata da una vecchia amica, che tu hai conosciuto, ed ho mentito al telefono, fingendo interesse a quanto mi diceva e stando allo scherzo su una mia immagine che lei ha di me e nella quale non mi riconosco da secoli. A volte la solitudine è anche questo tipo di rifiuto, la scelta di non accettare alcuni compromessi o immagini di me che vorrei migliore. E sono migliore anche grazie a chi mi pensa tale, non solo per merito mio. Grazie a te lo sono stato e in parte rimango. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 18 marzo 2024

L’affittacamere

Gentile nei modi, certo, quasi appiccicosa ed esagerata. E attenta all’incasso, ovviamente. Presenza discreta ma non troppo, giusto per far capire che gli ospiti non erano a casa loro. E le camere erano semplici camere di un appartamento, male ammobiliate, separate tra loro a volte non da pareti vere ma da mobili appoggiati a chiudere un passaggio senza la porta. Senza un bagno, senza una cucina e col divieto assoluto di cucinare nelle camere. Magari immaginava che qualcuno qualcosa si scaldasse con attrezzature da campeggio, non è chiaro, ma poi diventava comunque difficile lavare le stoviglie, senza lavello o altro. Il bagno in comune, ovviamente, con una vasca relativamente lurida e da starne alla lontana. Piccole cose possono aiutare a capire chi era la persona, o come tale io la conobbi e percepii. Ad esempio la circostanza che l’affittacamere si ruppe un braccio e chiese ai pochi ospiti di pulire il bagno perché in quel momento lei non poteva fare quello che normalmente non faceva mai. Successe anche che chiedesse a un ospite (cioè a me), visto che per tornare a casa durante il fine settimana passavo vicino ad un certo paesino, di uscire dall’autostrada per consegnare a una sua amica una cartolina e questo solo per risparmiare il francobollo. La deviazione e la ricerca dell’indirizzo mi fece perdere più di mezz’ora per il viaggio, e la cosiddetta amica neppure si ricordò poi di quella persona, facendomi capire la stupidaggine della cosa. Sono ricordi di una vita fa. L’affittacamere che ormai sarà morta e sepolta viveva in una casa dove sono stato ospite qualche mese, e quella casa, o una molto simile, l’ho rivista oggi parcheggiandoci accanto. E vicino c’è pure la scuola dove insegnasti un solo anno. L’anno di quella nevicata incredibile. Ricordi, solo ricordi, che fanno ritornare alla mente anche quella simpatica affittacamere micraniosa. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 17 marzo 2024

Se

Se potessi viaggerei lontano da tutto quanto conosco, farei tabula rasa di ogni mia esperienza passata bella e brutta, dimenticherei ciò che sono e sono stato, tenterei di rinunciare a vizi e virtù facilitato dal fatto che non li ricorderei, andrei seguendo l’istinto primitivo dell’infanzia e affronterei successi e sconfitte come se fossero una novità. Dimenticherei quello che mi lega ai luoghi di sempre, alle case, alle persone, a ciò che amo e ho amato. Forse sarei permeabile all’influsso di cucine che non apprezzo, di persone che non stimo, di idee che mi sembrano fuori dal mondo, di esperienze di sesso mai provato e in alcuni casi discutibili, di atti di vero coraggio e di estrema generosità. Se potessi, in effetti, non mi spiacerebbe per brevi momenti essere un altro, e poi ritornare esattamente dove sono partito, per continuare ad infastidire o aiutare, stare al mio posto e rispettare gli impegni. Semel in anno. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

sabato 16 marzo 2024

Quello che resta

Che sia un’illusione è evidente, in particolare quando sembra avvolgere i sensi ma non tutti. Durante la bufera non vengo raggiunto dagli spruzzi d’acqua portati dal vento, eppure li vedo. Al ristorante vedo piatti invitanti ma non avverto alcun odore di pizza o pesce, nulla di nulla. È il cinema bellezza, pura finzione, realistica o verosimile ma sempre finzione. Se per due ore assisto ad abbuffate continue non esco sazio, e tutti i morti caduti sotto i miei occhi sono vivi sino alla prossima morte nello spettacolo che segue. Lo stesso avviene coi libri, sempre finzione, è il racconto di quanto è avvenuto realmente ma come se avvenisse ora, e ancora adesso, sempre ogni volta che rileggo la stessa pagina. Anche con un vecchio disco dai solchi rovinati il cantante non fa in tempo a finire la frase che la re-incomincia e continua sinché non si alza la puntina del giradischi e si sposta. Ma alla fine cosa rimane che non sia finzione o realtà artificiale riutilizzabile a comando e ripetitiva sino allo sfinimento? Rimane il presente con le sue incognite e i tentativi di programmazione dei tempi futuri. Qualcuno sa raccontare molto bene e molti gli credono, ma anche il politico che vuole farsi eleggere finge, il potere che vuole conservarsi finge, quasi tutti fingiamo quando diciamo o raccontiamo, e questo per il semplice fatto che ci mettiamo la nostra interpretazione di quanto è accaduto. L’amore fisico è reale in quel momento, con quella persona, non dopo, non prima, solo in quel momento. La presenza in carne ed ossa è la sola garanzia assoluta, in assenza vanno bene anche le videochiamate o le semplici telefonate, perché in quel momento chi ci parla è reale, anche se mancano alcune cose evidenti a chiunque ci pensi appena un po'. Al cinema assieme siamo andati, anche in pizzeria e al mare. Abbiamo ascoltato musica, abbiamo fatto molte cose, anche l’amore. Abbiamo letto libri e parlato con tante persone, assieme e separatamente. Tutto questo è avvenuto ma non posso fingere che avvenga ora. Ora lo posso solo mantenere nella memoria e non farlo scappare. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

venerdì 15 marzo 2024

riflessione

Qualcuno si lamenta che il ristorante ha alzato i prezzi e qualcun altro, magari non dicendolo perché se ne vergogna, non ha nulla da mangiare. Questo è normale, avviene in situazioni diverse ed è sempre presente come modo di ragionare. Credo sia in parte un’autodifesa, per non farsi sommergere e inghiottire dalla paura della morte, della malattia, della disgrazia e di ogni tragedia che occasionalmente tocca uno o l’altro. In parte è invece vero egoismo ed insensibilità, una difesa arroccata di privilegi e la volontà di non vedere il dolore degli altri. Dove sia la linea di separazione tra questi due opposti non lo so, alcune situazioni sono confuse, io per primo sono contraddittorio. Il bianco e il nero esistono solo concettualmente, mai nella realtà. Se io venissi osservato nelle 24 ore e ogni mio gesto venisse analizzato ne uscirei non benissimo, non posso dirlo di altri anche se in qualche caso alcune situazioni le conosco. Che sia forse la pietà ciò di cui abbiamo più bisogno per essere migliori, anche pietà rivolta a noi stessi? Per certo alcuni giorni mi lamento in modo eccessivo, ogni cosa sembra andarmi male. Non credo di essere un esempio da seguire, anzi, sono alla continua ricerca di esempi giusti, in modo da ricevere un po' di luce altrui e rifletterla, sapendo che non è mia. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

giovedì 14 marzo 2024

Le biciclette

Per me la bicicletta non è solo un mezzo per spostarmi, è un intero mondo. E in questo mondo vedo male gli intrusi, i ladri, gli innovatori e le mode mutevoli. Diverse biciclette le ho ereditate, non erano per me. In questo modo ora possiedo le vecchie bici di mio padre e mia madre, entrambe bisognose di manutenzione, e poi la bici di tuo padre, che tengo in ordine ed uso a Ferrara. Solo nostro figlio ha una bicicletta nuova, comprata dopo il furto di un’altra pure acquistata nuova ma usate per fortuna vari anni. E non basta, ne possiedo anche altre due. Sono abbastanza contrario alle biciclette elettriche, per me sarebbero pericolose come lo era il ciclomotore che usavo da giovanissimo, prima di iniziare con l’auto. Di ognuna di loro ho ricordi, e quello che mi fa rabbia è che ho ricordi anche delle biciclette che mi hanno rubato, con gli anni. Ricordi di persone, ovviamente, è quello che mi frega. Una di quelle che mi è stata rubata mentre non la usavo io era quella più bella di mia madre e che piaceva anche a te, e l’aveva colorate con una tecnica speciale mio zio, con un effetto fumato, unica. Che al ladro vengano continue irritazioni al fondoschiena e che i soldi ricavati dalla sua vendita li abbia perduti, di peggio non auguro, ma qualche dispetto non mi spiacerebbe farglielo se sapessi chi è. Chi ti ruba un oggetto personale ti ruba un po' di vita, lo so che esagero, e che bisognerebbe non affezionarsi a nulla, ma sai come sono. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 12 marzo 2024

la vita è

Quando dicono che la vita è bella, non crederci. Potrebbe esserlo, certamente, e lo è per qualcuno. Per lei non lo è stata. L’abbiamo conosciuta poco, come una vicina per pochissimi anni. Probabilmente prima che la conoscessimo era stata a suo modo felice. Era sposata ed aveva una figlia. Le cose però non andavano nella loro coppia, la figlia soffriva di una malattia degenerativa che pesava tra di loro, e le loro litigate si sentivano passando davanti alla porta. Lui accusava lei, si sentiva stretto in quella situazione, la rifiutava. La bambina è morta in poco tempo. Loro si sono separati, lui l’ha praticamente chiusa fuori casa e poi ha venduto l'appartamento senza che lei potesse prendersi le sue cose. Lui si è rifatto una vita nuova, con una nuova compagna e altri figli, nel capoluogo. Lei ha trovato un’altra sistemazione ed ha continuato a lavorare, venendo sempre a trovare la figlia dove tu non sei. Ha lavorato sino a poco più di un anno fa, poi è andata in pensione. Non se la sarebbe goduta anche se avesse continuato a vivere, il suo dolore lo portava scolpito nel volto. L’ultima volta che le ho parlato era già in pensione, e sembrava soddisfatta di esserci arrivata, era stanca. Poi è crollata. L’ho rivista qualche mese dopo ed era ingrassata e quasi non riconosceva nessuno. Le ultime volte era accompagnata sempre da qualcuno. Poi se ne è andata, prima che finisse l’anno. Ora riposa dove non sei, accanto alla figlia, e lei è decisamente bella nella foto sulla sua lapide. Lei è stata bella ma non la sua vita. È andata così. Senza giustizia. Ciao, Viz, sai di chi parlo.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Come stupire

Che si deve fare per stupire? Come essere sempre originali, diversi, con novità? Ma, essenzialmente, che conta di più, come prolungare la vita e, in tal modo, aver più tempo per ogni cosa, originalità compresa? Immagino un uomo, che potrebbe essere anche una donna, che ha scelto una strana via. La soluzione che è parsa la migliore alla persona in oggetto è un presenzialismo invasivo e metodico nel virtuale, l’apertura di profili multipli su ogni piattaforma digitale e su ogni social, la continua condivisione di ogni idea e del suo contrario, e poi siti personali e blog e canali ovunque. Il fine è evidentemente non quello del guadagno ma della notorietà, di essere oggetto di citazione di altri, di chiunque altro. Per vivere più a lungo dedica ore in quantità industriale nella finzione della vita. Per continuare a rubare idee altrui e farle proprie ha smesso quasi di pensare in modo autonomo, pensa quello che pensano gli altri, si trasforma con la manipolazione delle sue immagini, offre fotografie di sé con una frequenza insostenibile ad ogni altro frequentatore del mondo parallelo al reale, ma che reale non è. È il destino delle rette parallele quello di non incontrarsi mai, del resto. Non ha età, simula una perfezione fisica impossibile, non sembra avere limiti in ciò che può fare. La sola cosa che nessuno può dire è se questa persona sia ancora effettivamente viva oppure già morta da giorni, mesi o anni. E se in effetti sia mai veramente esistita e abbia mai vissuto, sofferto e amato. Questo non si sa, e saperlo potrebbe in effetti stupire. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana