venerdì 7 gennaio 2022

Una foto

Una foto parla senza utilizzare le parole, è metalinguaggio. Vedo un’immagine non mia che ritrae la prospettiva all’inizio di corso della Giovecca a Ferrara subito dopo una nevicata di qualche anno fa. E penso che assieme ci siamo passati, in auto, non ricordo a piedi, anche se c’è stato un tempo nel quale a breve distanza, nell’area del Montagnone o nel sottomura, vi si teneva il Festival de l’Unità. E varie volte ci siano andati assieme, ma avveniva nel secolo scorso…

La foto evoca memorie anche se non è possibile sapere esattamente quali prima di vederla, rimane un mistero, ed è per questo che ritengo un delitto contro sé stessi e un insulto agli altri distruggere le fotografie o perderle. Sono colpevole di non averti mai trasferito su carta le tante diapositive di una stagione infelice durante la quale avevamo dato la precedenza a questo supporto troppo limitato e senza futuro. E sono pure colpevole di non averlo fatto con le tante immagini digitali che ho iniziato a immagazzinare dopo il tramonto del negativo e della stampa tradizionale. Eppure le foto digitali sono diverse, si possono stampare facilmente, restano fisicamente su memorie privare e non su nuvole pubbliche, sono mie proprietà che nessuno, se non lo desidero, può raggiungere. Quella foto di Ferrara e della neve mi ricorda le camminate con le scarpe giuste sulle strade appena imbiancate, mi riporta ciò che ho vissuto, e mi fa pensare ai tuoi stivali impermeabili perfetti per la neve. Quelli, esattamente quelli. Ciao Viz.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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