Ho sentito con le mie orecchie un vecchio artigiano dire spera di poter lasciare il suo mestiere, che consiste nello scolpire la pietra, a qualcuno dopo di lui, e che vorrebbe che la sua opera restasse. Il tema mi interessa da anni e lo ritengo senza nessuna soluzione permanente possibile, solo temporanea. Non dico nulla di nuovo, è evidente, ma qualcuno, io per primo, continua a illudersi inconsciamente di essere talmente importante da poter lasciare un segno duraturo, quasi eterno. Una scultura in pietra neppure troppo raffinata ha molte caratteristiche che la potrebbero rendere più longeva di altre sculture o opere d’arte maggiormente delicate, ma neppure quella può sfidare la roulette del tempo che, prima o poi, fa vincere il banco e si riprende tutto. Quindi quell’artigiano, avanti con gli anni, deve avere la soddisfazione dell’attenzione e sentirsi almeno per un po' capito ma evitando che ascolti dobbiamo ammettere che neppure lui ha la ricetta per superare il tempo. Anche la permanente, intesa come trattamento per i capelli, malgrado il nome deve essere rinnovata di tanto in tanto. Forse la scelta giusta potrebbe essere affidarsi alla filosofia alla base della creazione e poi della distruzione del mandala, liberatorio per alcuni, sicuramente legata alla necessità di lasciare andare e di abbandonarsi al corso naturale di ogni cosa e di ogni vita. Lo dico e non ne sono per nulla convinto. Io conservo ogni cosa, tutto mi ricorda un momento della vita e le persone che erano a viverlo con me. Io voglio trattenere le persone. Dopo di me verrà il nulla? Bene, ma non ne voglio essere responsabile. Ciao Viz.
Silvano C.©
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