Mi siedo sulla sponda di un fiume immaginario e aspetto che passi non il cadavere di un nemico ma l’ombra del mio passato che vorrei cambiare. Non amo la saggezza orientale e non ne sono sufficientemente informato. Se qualcuno me l’impone senza tradurla in un linguaggio comprensibile e rispettoso della cultura occidentale mi ci arrabbio pure, e non so distinguere la differenza tra il semplice modo di vivere che si adegua superficialmente, la filosofia profonda forse laica e la convinzione religiosa. Già ho difficoltà a districarmi senza oltrepassare troppi confini e tentando di usare il buon senso. Gli altri sono tanti, meritano rispetto, ma sono appunto altri. Non spero nella morte di nessuno, e se qualcuno mi è stato nemico o mi ha danneggiato la sua morte non credo potrà mai risarcirmi, e non provo sollievo con la sua fine. Posso solo essere personalmente felice di essere ancora in vita, non mi va e non mi riesce di andare oltre. Non amo perdere ma neppure stravincere. Quello che vorrei veramente vedere passare galleggiando e dirigersi nel grande mare del nulla vorrei che fosse una parte di me. Per il resto che ognuno faccia i conti col proprio passato, presente e futuro.
Ciao Viz, di doman non c’è certezza.
Silvano C.©
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