venerdì 5 maggio 2017

il perché di un blog

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Un blog come il mio conta nulla, anche se non mi spiace sia arrivato quasi a 300mila visualizzazioni totali. Il primo post è del 25 agosto 2011, ed era nato per Facebook, del quale mi stavo stancando. Complessivamente quindi è presente in rete da circa 69 mesi, giorno più giorno meno. In tutto, ad oggi, compreso il presente, contiene 1288 post.
Per finirla con i numeri mediamente ogni giorno è stato aperto almeno una volta un post (con una punta inspiegabile per un post specifico di oltre 2200 aperture totali) ed un numero di visitatori giornalieri attorno ai 230 circa, dal primo all’ultimo giorno, con alti e bassi ovviamente.
Il tutto senza pubblicità, e senza che io ci guadagnassi assolutamente nulla. Quello che ho scritto è solo quello che mi interessava, sin dall’inizio.

Una riflessione però ora mi viene, molto triste e che non mi lascia con facilità. Questi anni del Blog sono stati anche gli ultimi anni di vita di mia moglie. All’inizio sembrava che le sue malattie fossero del tutto sotto controllo. Gravi, pericolose, ma curabili. Solo a partire dall’estate 2015 le cose hanno iniziato ad assumere contorni diversi, più sinistri. Abbiamo trascorso circa 6 mesi di ansie inenarrabili e che pochi conoscono. Io stesso non capivo la forza con la quale lei era in grado di reggere un urto tanto spaventoso, e ne prendevo coraggio a mia volta, scordandomi ogni tanto della sua tragedia. Lei mi ha protetto dalle sue e dalle mie paure ed io mi sono permesso di fare e scrivere come se ogni cosa fosse naturale, normale, del tutto sotto controllo.

Poi è iniziato il vero calvario, malgrado gli interventi ci permettessero ancora di avere speranze. 

Da pochi giorni, è cambiata la veste del blog. Da un mese circa poi il blog è dedicato a lei, la sola che mi ha capito, aiutato, ascoltato, subito, calmato, amato… sino a quando ha potuto.

Ricordo ancora con un sorriso quando, mentre era sottoposta alla chemio, le ho dato la notizia che ufficialmente sarebbe andata in pensione, dopo una vita spesa a girare nelle scuole del Trentino, percorrendo in certi anni anche 250 chilometri al giorno. Era felice. Lo ero pure io. Speravo che ci saremmo goduti assieme un po’ di pensione. Invece no.

Lei è morta esattamente il 17 dicembre, dopo neppure 4 mesi di pensione, ormai assistita dalle cure palliative. Anche negli ultimi giorni sorrideva, se poteva, e sapeva godere delle piccole gioie della vita. Da ieri ho messo anche la sua foto, sul blog, con la sua auto degli ultimi anni, quella che preferiva, una piccola Fiat 600. Le si è spezzato il cuore quando la cambiammo. Era quella la sua auto. Ma ancora eravamo ottimisti… stavamo tutti bene. Sorridevamo, ci arrabbiavamo, uscivamo, vedevamo gente, facevamo piccole cose.

Ora, dopo mesi di pratiche e lungaggini burocratiche, scopro che il fisco, della sua pensione, ne trattiene una quota enorme, ingiustificabile, incredibile. Per due giorni ho perso la testa pensando a questo, perché abbiamo un figlio, ed è per lui, senza una lavoro serio, che quei soldi servivano, e per darci un minimo di serenità.

Poi ho riflettuto. Non è giusto. I soldi sono merda, letteralmente. Ci servono per vivere, è vero, ma è lei che mi manca, e manca a nostro figlio. Ed è per lei che noi ce la faremo, e, giuro, cercherò di vivere più a lungo e più sano possibile per riottenere la maggior parte di quanto il fisco ci sottrae e che sarebbe stata la sua pensione. Nulla di irregolare, sia chiaro, quelle sono le regole che valgono per tutti i comuni cittadini, quindi anche per noi, ma la cosa non mi va.

Quindi, a questo punto, capisci, tu che mi hai letto sin qui, perché da mesi io parli solo di lei, pensi solo a lei, pianga spesso per lei, e non voglia scordarla in nessun modo? Continuerò come potrò la mia vita, e spero che nostro figlio abbia da me tutto l’aiuto del quale avrà bisogno, sino a quando ne avrà bisogno. 

Ecco, questo è il mio blog, ora. Un modo per trattenerla ancora qui. 
I numeri contano nulla. Sono vanità infantile.



                             Mi manchi da morire, Viz. (da oggi, 16 giugno 2017, la foto che avevo messo sul blog è stata spostata in un post, questo. Nel post ne spiego i motivi. Perdonami, Viz)



                                                                                Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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