1.
Evitare di leggere tutto il resto di questo post.
Io sono un pessimo esempio e non ho nulla da insegnare.
2.
È necessario adattarsi alla vita ed alla morte,
non è possibile fare altro. Opporvisi porta certamente ad infelicità. Assecondare
le regole della natura non garantisce nulla, ma non escludo che possa essere
più utile.
3.
Non considerare nessun consiglio come salvifico e
risolutivo. La via della felicità è spesso solitaria, nel senso che ognuno di
noi ha il proprio viaggio che dipende solo da quanto è disposto a chiedere ed a
dare per avere questa fantomatica felicità.
4.
Anche quando si raggiunge, la felicità tende a
sublimare, a modificarsi, a mimetizzarsi. Talvolta sparisce proprio, e sembrava
di averla sottochiave.
5.
Non prenderla come una regola fissa, ma quasi
sempre questo stato personale dipende dagli altri. A volte dipende anche da una
persona sola.
6.
Non ha molto senso cercarla. Se si è felici a
volte lo si è senza merito, o per puro caso.
7.
Credo sia in contrasto con sentimenti come furbizia,
interesse personale, disprezzo degli altri e così via.
8.
Non si compra col denaro.
9.
Uno o pochi amici possono far capire che la
felicità è potenzialmente possibile.
10.
Un amore corrisposto è un ottimo esempio di cosa
significhi felicità. Ma per tutti gli altri, allora, come si può immaginare in
cosa consiste? L’idea di base è l’innocenza non corrotta di un bambino.
11.
Chi è felice, spesso, non sa di esserlo, o scopre
dopo di esserlo stato
È vero. Ho scritto 11 regole invece di 10. Appunto. Non sono coerente.
Mi manchi da morire,
Viz. Con te ho visto la felicità, so che esiste.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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