Non
ci credo, racconterei una falsità se lo sostenessi. E neppure tu ci credevi. Sapevi
che una volta che si muore si va via per sempre. Ne eravamo entrambi convinti. Io
ne sono ancora convinto, ma un po’ mi spiace questa situazione.
Penso
che se avessi fede avrei la certezza di incontrarti un giorno, saprei che ora
vivi una vita migliore, avrei la consolazione che il dolore che hai provato ha avuto
un senso, ma non ho alcuna fede di questo tipo. Non sono ateo in modo
insofferente, accetto la fede altrui quando pure le mie idee sono accettate, ma
non riesco in alcun modo a crederci.
E
farei patti anche col diavolo, sarei disposto a convertirmi se servisse a
riportarti indietro senza i tuoi problemi, o se avessi la certezza di vederti,
un giorno, non so dove. Potrebbero essere campi pieni di fiori, una spiaggia,
la cima di un monte, una casa semplice, uno spazio ed un tempo che pure a te
rendessero finalmente giustizia. Ma non è così. Io non ci credo. Nessuna consolazione
possibile, solo la gratitudine per quello che hai fatto e lasciato, niente di
più.
L’unica
cosa che mi appare possibile è che tu ritorni quando io ti penso. È logico,
questo la capisco. Io ti faccio rivivere ogni giorno nei minuti nei quali ti
penso. Ed in quei minuti tu mi racconti quello che già io mi aspettavo,
solitamente, che tu mi volessi raccontare. Niente di più. Il resto è tutto
finito. La tua presenza fisica o anche solo la tua risposta ad una mia
telefonata (ho in memoria i tuoi numeri, lo sai) ora è solo un ricordo.
Vorrei
avere fede solo per questo, ma non credo ai miracoli e neppure alla vita
eterna.
Mi manchi da morire,
Viz, e continuo a pensarti, e vengo in quel luogo dove non sei ma non cambia
nulla di quello che vorrei che cambiasse.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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