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Buongiorno, noi ci siamo già incontrati, mi pare,
il suo viso non mi è estraneo.
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Ha ragione, sono stato nel suo ufficio esattamente il 10 novembre scorso.
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Vero, ora rammento. E mi sembra di ricordare che
allora le interessava cedere un po’ del suo tempo, se non vado errato, in
favore di un’altra persona, ed io le ho spiegato che la cosa non è possibile.
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È così. Ora vengo per un problema diverso, ma
sempre legato al tempo. È questo che mi ha fatto entrare ancora una volta da
lei dopo quasi sei mesi.
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Mi dica, intanto, prima di iniziare con la sua
richiesta di adesso, ha avuto almeno in parte quello che sperava? A volte i
fatti accadono, senza che si debba chiederli agli uffici preposti. Esiste il
caso, la fatalità, la coincidenza… esistono tante vie insomma.
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No. Poco più di un mese dopo mia moglie è mancata
per sempre. Quello che entrambi avevamo sperato, cioè una specie di miracolo,
non è avvenuto.
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Sono sinceramente dispiaciuto, mi creda. Per lei
intendo, e per il dolore che sta affrontando, immagino. Io potrei dirle che
tutto è avvenuto secondo la via migliore possibile, ma lei è libero di non credermi.
Le alternative possibili del suo caso non erano preferibili. Ora non lo capisce
ancora. Forse lo capirà, o forse non lo capirà mai. Ma mi perdoni. Mi spieghi
il motivo che la spinge ora a venire da me.
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10 anni.
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Non mi rifaccia lo stesso discorso della volta
scorsa, per favore. La risposta sarebbe la stessa. Lo sa vero?
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Non è lo stesso discorso. Mi lasci spiegare.
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Sono qui per questo. Ho tutto il tempo
necessario.
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Io chiedo 10 anni, ma possono pure essere un po’ di
meno, perché vorrei che mio figlio potesse trovare la sua strada, vorrei
aiutarlo, e non essergli di peso. Vorrei sostenerlo economicamente, sinché sono
vivo, e non vorrei che provasse troppo presto un lutto come quello che ha
vissuto da poco, come la perdita della madre.
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Vedo che ancora una volta lei si incammina su un
terreno scivoloso, dove non è possibile avere certezze.
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Non mi intestardisco sui 10 anni. Che siamo anche
molti meno, so di non essere più un ragazzino. Ma che siano anni nei quali io
possa dargli il mio aiuto, quello vero, non solo lamentele, rimorsi, dolore
riflesso, inquietudine, paure. Se vede come vivo (viviamo) recentemente lo
capisce da solo.
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Ha ragione. Non vivete bene. Ultimamente poi si
sente oppresso anche dalla situazione economica. Non vede sicurezza per suo
figlio, e tende a monetizzare cose che non sono monetizzabili. L’amore non si
compra e non si vende. Neppure l’affetto, o la stima, o il sentirsi vicini. Ora
avete bisogno entrambi uno dell’altro, ma rischiate di farvi male a vicenda. Lei
poi sembra più immaturo di suo figlio, se devo essere sincero. Non si sa
controllare, a volte si sente perduto, e se potesse fuggirebbe non sa neppure
lei dove.
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Lo ammetto, ma non creda che mi ci diverta. Io tento
il possibile, ma dalla vita non ottengo le risposte che vorrei.
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Non le avrà mai. Quelle che cerca non le avrà
mai.
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Ma neppure un po’ di tranquillità per lui, in
modo che possa realizzarsi senza un padre rompicoglioni che tenta di aiutarlo
ed invece di farlo realizza solo danni?
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Ed è sicuro che per lei non vorrebbe nulla? Non le
interessano le donne? Non vorrebbe amicizie nuove? Non è interessato a provare
esperienze che la potrebbero distrarre in senso positivo?
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Certo, tutte le cose che mi ha detto mi
interessano, ma non mi sento pronto, non per tutte almeno. Inoltre mi preme di
più lui. Io la mia vita con mia moglie me la sono fatta, abbiamo ottenuto molte
cose e non tutti hanno avuto la nostra fortuna, alla fine, malgrado i
lunghissimi momenti di difficoltà di ogni genere possibile Assieme abbiamo avuto una
bella vita. Ora gli anni non servono a me. Servono per lui. Io vorrei essere
più forte per lui, resistere più a lungo per lui, avere magari la soddisfazione
di vederlo sorridere più spesso per i successi ottenuti.
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Lei è incredibile, mi creda. Continua a pensare
di poter contrattare su ciò che esula da ogni sua competenza. Lei deve fare il
massimo di quello che vorrebbe per suo figlio senza rete, senza assicurazione,
senza certezza alcuna che le sue azioni avranno successo. E viva i suoi 10 anni
(o molti di più o diversi di meno di questi) che le toccheranno, al meglio, senza queste idee
strane che si costruisce in testa. Se lei aiuta sé stesso, credo che aiuterà
pure suo figlio. Ed ora la devo salutare, mi spiace. Non la voglio mandare via,
ma non ho altro da aggiungere, e lei deve capire quello che le ho appena detto.
Buona giornata.
Mi manchi da morire, Viz.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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