lunedì 15 maggio 2017

se




se…
avessi fatto onore a tutti gli impegni che mi sono liberamente preso, o che ritengo corretto seguire sino al loro naturale destino finale
non lasciassi alcun dolore dietro di me, ma di nessun tipo intendo, e che chi un po’ ne soffrisse accettasse con un sorriso la mia scelta, di nuovo in pace
potessi scordare, non so come, il male vissuto, provocato volendo o non volendo
mi svegliassi finalmente senza acciacchi e potessi sentirmi libero anche nel corpo

Io partirei, sparirei dal mondo conosciuto, andrei a cercare una nuova vita in un altro paese, tra altre persone, vorrei ripartire da zero, avrei chimica farmaceutica contro ogni di tipo di rimpianto o ricordo o richiamo a ciò che sono ora. Sarei muratore di una stanza solo mia. Inviterei chi voglio a mangiare quello che ho cucinato, sarei falegname dei miei mobili e cercherei di essere anche un po’ artigiano-artista per far regali a due nuovi occhi, porterei mangime per uccelli lontani, farei il bagno nudo in un mare di cristallo, ancora, e sarei innocente, perché non ricorderei più ciò che sono oggi, schiavo di ogni passione, di ogni desiderio, di ogni illusione, di ogni volgarità.

Vivrei libero, senza religione o doveri se non verso l’essere umano. Non cadrei nella tristezza, avrei chi mi consola. Non avrei paura di perdermi, saprei sempre come tornare. Mi piacerebbe cadere nelle parole di chi non conosco e mi chiederei come mai non lo conosco da sempre.

Di questa vita conserverei ogni cosa, ogni singola briciola, ogni scheggia, ogni traccia, ma senza alcun dolore, solo col sorriso e la gratitudine di averla vissuta e di avermi fatto quello che sono.

Non implorerei amore per sentirmelo negato, non accetterei giudizi da chi non ha alcun diritto neppure di concepirli, non sarei timido quando non serve (quasi mai), non avrei paura di mandare cordialmente a fare in culo tutti quelli che se lo meritano, grandi o piccoli che siano o si sentano.

Se un giorno questo avverrà, sappiate che sono felice. E sorridete per me, ubriacatevi, ascoltate la vostra musica più bella, rileggete quel libro al quale pensate da tempo e compiacetevi, senza tristezze. Se foste tristi mi obblighereste a tornare.  




Così, Viz. Io immagino mondi impossibili, tempi irraggiungibili, vite che non esistono, salvezze difficili da ottenere se non con grande fatica, e, sempre, continuando a pensarti.


                                                                        Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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