Odio
il mio compleanno, lo odio cordialmente, non mi piace festeggiarlo, non ho
nulla da festeggiare. Sono ancora vivo? Va bene, significa che il mio momento,
per una serie di circostanze convergenti, non è ancora arrivato. Ma che bisogno
ho di festeggiarlo? Se ho vissuto un giorno felice è diverso. Se ne avrò
ancora, quelli li ricorderò con riconoscenza, e quelli mi piacerebbe
festeggiare, ma non il compleanno.
Odio
il mio pessimismo invadente ed invasivo, ne farei volentieri a meno, e mi
piacerebbe non pensare, dimenticare, ubriacarmi di un’eterna sbronza felice
senza dover rendere conto a nessuno del mio perder tempo, senza dover guidare,
senza dover scegliere quello che altri, o meglio, il destino, ha già scelto
molto prima di me per me.
Odio
le fotografie che ti ritraggono, ora. Già le foto da un po’ non le sopporto, ma
vedere il passato che hai vissuto ora mi è insopportabile. Eppure ti guardo.
Odio
dover concludere un progetto, vedere che ora si può arrivare alla fine, realizzare
quello che ho sognato per tanto tempo. Odio farlo, anche se lo farò, perché ora
ha perso la sua motivazione.
Un
treno partì, molti anni fa, ebbe due brusche fermate, nel 2012 e nel 2013, e
poi ripartì a fatica, con rallentamenti e soste. Che ora arrivi alla stazione
finale, solo ora, mi fa molta rabbia, e mi fa odiare un successo atteso.
Odio
alcune delle cose che vedo, ma molte le devo accettare, e le accetterò perché è
giusto. Non vivo solo per me. La vita dicono che sia un dono. Certo è che la
vita vuole vivere.
Odio
la Morte, quella sopra ogni cosa, che mi separa da chi amo, che mi impedisce di
amare come avrei dovuto e non ho fatto, o non abbastanza. Alla fine credo che
si vendicherà e mi porterà con se, quando deciderà. Ma non so se lo farà per
vendetta. Lo farà perché è il suo mestiere.
Silvano
C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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