Lo
incontro, lo riconosco, lo raggiungo velocemente e lo chiamo da dietro:
-
Ciao,
guarda a sinistra. –
E
lui, ovviamente, si volta indietro ma guarda a destra.
-
L’ho
sempre saputo… tu guardi a destra… -
-
È
che sono un po’ sordo, non avevo sentito bene… -
-
Sì,
ok. Faccio finta di crederti. –
-
Come
va? –
-
Vengo
ora da lei. E sto di merda, come vuoi che stia? –
-
Lo
immagino. È stata una vita. È così… -
-
…
-
-
…
-
-
Ti
devo salutare, ora. Stai bene. –
-
Ci
vediamo.
Leggo
che durante il sonno notturno la nostra memoria si riorganizza in modo
dinamico. Hannah Monyer dice, se ho inteso bene, che noi sovrascriviamo nuovi
ricordi su quelli vecchi e poco a poco il nostro cervello si riorganizza,
proiettato verso il futuro molto più che verso il passato. Trattiene solo la
memoria che ci è utile e rimuove tutto il resto. Ci trasforma poco a poco in
persone diverse, o in persone nuove, in modo costante e
inarrestabile.
Non
ho ben capito in tutto questo se la nostra volontà cosciente abbia un peso, e
se possa, a sua volta, condizionare il processo. Ad essere sincero un po’ alcune
di queste cose le avevo capite, nel corso degli anni, e credo siano
semplicemente logiche e naturali. Altre invece un po’ mi irritano. Se fossero
vere io rimuoverei in modo sistematico alcuni momenti della mia vita, e questo non
per processi degenerativi ma semplicemente fisiologici, con le sinapsi che,
fisicamente, decidono in funzione dei segnali chimici ed elettrici che ricevono
da quelle vicine o nel dialogo tra neuroni.
Il
fatto, lo dico in modo esplicito, non mi sta bene. Io non intendo dimenticarti.
Se la mia volontà sarà sufficiente a controllare rimozioni e stabilizzazioni ne
sarò molto felice, e tenterò di oppormi, per quanto posso.
Per
non dimenticarti ho varie armi.
Prima
di tutto conservare ogni cosa utile allo scopo, eliminando solo l’inutile ed il
non indispensabile. Poi posso scrivere; lasciare un segno che poi io possa
recuperare per far riemergere un momento.
E
poi pensarti ogni giorno. Ecco. Questo non mi costa per nulla e mi viene del
tutto naturale.
Anche
parlare di te poi, con chi ti ha conosciuta, o con altri, è un ottimo metodo. Da
usare con moderazione questo, ma sempre da tenere presente. E poi dedicarmi a
lui, questo è fondamentale.
Infine
curare i nostri progetti interrotti o mai pensati. Ecco. I progetti che non
abbiamo avuto il tempo di progettare. Questi aprono nuove prospettive che
faranno piacere agli impazienti neo-legami sinaptici.
-
Io
non la voglio scordare. –
-
Ma
non la scorderai. Io ricordo ancora mia madre, andata via tanti anni fa. A volte
l’ho sognata. Ricordo il suo odore… -
-
Ho
letto che la nostra memoria rimuove i ricordi. –
-
Non
è vero. Non scorderai mai quello che hai fatto con lei. –
-
Un
po’ l’ho già fatto. Era lei che mi ricordava alcuni episodi vissuti assieme, e
che io avevo scordato. Era lei la mia memoria. –
-
Questo
in parte è vero, ma in ogni caso è impossibile ricordare tutto. Nessuno mai
riuscirà a farlo. Tu la ricorderai, non preoccuparti di questo. L’hai sognata? –
-
Non
me lo ricordo, non esattamente, non ancora… -
-
La
sognerai. Ora ci pensi troppo, durante il giorno. Ma la sognerai… -
Lo
avvicino, perché l’ho visto da lontano, e gli chiedo come mai le cose vanno tanto per le lunghe.
-
Mi
hanno sbagliato l’ordine, mi spiace. Risolveremo presto. –
-
E
per le pratiche? –
-
Le
manderò tutto, stia tranquillo. –
-
Va
bene. –
-
E
quelle nocciole? –
-
Le
metto io. Ultimamente la prendevo in giro. La chiamavo Cip e Ciop. Le erano
venute due guance cicciottelle, per le cure… -
-
…
-
Bene,
oggi è 14 febbraio, è San Valentino.
È una festa in parte inventata per vendere ed io, in effetti, ti compravo
sempre qualche cosa in questo giorno. Ora non posso più farlo. Farò altro. Farò
quello che posso.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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