È
vero, lo avevo detto, ma non ci vado più.
E
perché? Per quale motivo, cosa è cambiato in poche ore?
Ti
racconto una storia, se vuoi, per farti capire.
Ti
ascolto.
Molti
anni fa, ero giovane, avevo iniziato a vivere non in famiglia, era il momento
giusto, avevo iniziato a lavorare. Ho vissuto esperienze molto belle, in quel
periodo, pagando però ogni minima nuova conquista con la solitudine di molti
giorni. È stata una scelta imposta dal bisogno di non pesare, non da quello di
allontanarmi dalle mie radici.
Un
giorno i miei genitori sono venuti a trovarmi. Era un sabato e la cosa era
stata concordata in precedenza. Non ricordo neppure come ci si mettesse d’accordo
in quel periodo senza cellulari, eppure si viveva così, tutti lo facevamo, era
la norma. Bene. Loro arrivarono, restammo assieme il pomeriggio del sabato e
la mattina della domenica. Pranzammo assieme e dopo li salutai. Dissi
loro che andavo a vedere una fiera in città, e che quando andavano via potevano
chiudere la porta, con la chiave che avevano. Sarebbero partiti una mezz’ora
dopo di me, non di più, e salutandoli dissi loro che ci saremmo rivisti presto.
Mi sembrò logico, insomma. Ci eravamo visti, e ci saremmo rivisti al massimo
una settimana dopo.
Ed
invece non fu così. Al ritorno dalla fiera in città trovai la casa vuota,
insopportabilmente vuota. I miei erano partiti, come sapevo, tutto come
previsto. Quello che non sapevo era che non avrei voluto che partissero, mi era
caduta addosso l’idea di non averli salutati mentre stavano andando via. O forse
non so neppure io cosa mi venne in mente. Impiegai pochi minuti a decidere. Chiusi
la porta di casa, salii sull’auto e, circa due ore dopo ero a casa mia, dove
vivevano i miei, dove conservavo il mio letto, nella città dove sono nato. Loro
rimasero molto stupiti, io li salutai, non so se spiegai mai il perché di
quella mia improvvisata, e credo che poi me ne uscii, a vedere amici, forse, o
per fare due passi. Ecco, è avvenuto questo, tantissimi anni fa.
Stasera
invece lui torna tardi e poi esce quasi subito. Se io andassi al cinema come
previsto poi, al mio ritorno, non lo vedrei, lui sarebbe già uscito. Nulla di
grave, penserai, tanto lo potrai vedere domani. Per me invece non è così. Anche se perderò un
film, magari bello, non voglio più rivivere una situazione simile, per certi
versi, a quella di tanti anni fa. Cioè tornare e trovare la casa vuota e non
aver salutato lui prima che se ne vada, anche se solo per poche ore.
Ti
ho ascoltato, ma non ti capisco sino in fondo. Io quando sono venuta via da
casa volevo farlo. Non perché non amassi i miei, ma volevo indipendenza. Mi sembra
che questa a te non interessi. Forse mi sbaglio. Non lo so.
Neppure
io lo so. Pure mio padre aveva aspetti simili. Ricordo che già anziano andava a
prendere mio fratello al posto di lavoro quando finiva la notte e non c’erano
più mezzi pubblici.
Sapevo
di questa cosa, ma poi non è andata come lui si sarebbe aspettato. Non ne ha
avuto molto in cambio, giusto?
È
così. Quando è stato il momento mio fratello si è trasferito, i miei intanto erano
diventati già anziani, ed iniziavano ad aver bisogno a loro volta di essere
seguiti o aiutati, ma lui se ne era andato via. È vero. Tuttavia mio padre ha
fatto quello che era giusto. Non poteva fare altrimenti. Queste scelte non si
fanno pensando a quello che avverrà, oppure si fanno dando per scontate troppe
cose che scontate non sono, ma questo è un altro discorso.
Ho
capito, o penso di aver capito. Stasera non andrai al cinema perché non ami il
vuoto.
Già,
io non amo il vuoto. Tu ne sai qualche cosa di vuoto che si lascia, o sbaglio?
Silvano
C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.