domenica 20 novembre 2016

Una provocazione per la sinistra divisa sul Sì e sul No

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Se c’è una cosa che non riesco a deglutire è la divisione tra persone animate da identiche aspirazioni ideali, unite da una visione di società solidale, vicine ai valori umani di rispetto per chiunque, comunque sia nato, e spinte dalla ricerca di annullare le differenze di censo e di ogni altro impedimento al pieno sviluppo delle potenzialità di ognuno.

Di questa tragica campagna referendaria, che vivo malissimo vedendo le accuse reciproche di essere in malafede, sciacalli, scorretti e chi più ne ha più ne metta io mi sono stancato.

Non mi stupisce più di tanto chi non si riconosce in una ideale sinistra, e non mi fanno male quelli che hanno idee diverse dalla mie ma si riconoscono nella Lega, nella Destra o nel Movimento 5stelle. Loro la pensano diversamente, ma non mi feriscono.

È la galassia in continua evoluzione centrifuga della sinistra che mi fa paura, che mi toglie la serenità, e nella quale, per il semplice fatto di appartenervi, mi rende avversario di altri che vivono nella stessa galassia. Tutti in buona fede, sia chiaro, tutti animati dagli stessi principi.

Ed allora ecco la mia inutile ed illusoria provocazione. Ma perché tutti non entrano in massa nel maggior partito attuale che ha ereditato questi ideali ed in parte li sta distruggendo con una condotta miope? L’Italia è e resterà a lungo un paese nel suo complesso di destra, ma se la sinistra fosse compatta e si riconoscesse sotto una sola sigla e non si dividesse all’infinito forse avrebbe un suo peso.

La minoranza più a sinistra del grande partito non sarebbe più tanto minoranza, avrebbe altre forze, conterebbe su altri numeri. Lo stesso segretario non è detto che potrebbe rimanere a lungo l’attuale e dovrebbe piegarsi all’opposizione interna molto più forte ed agguerrita, più attenta agli umori delle persone che vivono ogni giorno i problemi di tutti.

Sarebbe bello se l’opposizione al partito non venisse da fuori, insomma, ma da dentro, a infastidire chi vorrebbe una certa linea politica, ad accettare alcuni compromessi per ottenere però uno spostamento reale a sinistra della linea generale.

Ma sono solo un illuso. Non capirò mai perché ci si vuole dividere a tutti i costi, e così facendo, alla fine, offrire la vittoria politica alla destra su un piatto d’argento, al di là di quello che potrà succedere dopo questo referendum.
L’umiltà di voler cercare il dialogo e di non arroccarsi su posizioni ritenute indiscutibili non è merce molto comune, lo so, e non sono per nulla ottimista.
                                                                                                Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie

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