Il
tempo del cioccolato va da Natale a Pasqua, ci hai mai pensato? Magari per i
golosi comincia ben prima di Natale, certamente è con i primi freddi che il
fondente smette di fondere, quello più delicato almeno, e che si può conservare
per un po’ nella dispensa di casa, nel cassetto, dietro quello sportello, nel
mobile della cucina o del soggiorno.
Il
cioccolato assume mille forme, ed esattamente come il diavolo sa tentare in
tanti modi. I bambini, di solito, lo adorano, e gli adulti, ricordando che sono
stati bambini, anche. Col cioccolato si possono costruire castelli fantastici e
nascondervi cavalieri dolcissimi e dame dai gusti sublimi. Nel cioccolato si
può celare un liquore, un piccolo frutto, una sorpresa o, semplicemente,
solo il suo cuore tenero. Il cioccolato viene rubato dagli scaffali per coprire
una mancanza, ed allora diventa malinconico, perché capisce che non è per
tutti, come tutte le cose belle della vita, ma è riservato solo ad alcuni.
Non
è che sia veramente un lusso, ma un po’ esclusivo lo è. Chiede di non essere consumato
in eccesso, vorrebbe conservare il piacere che sa donare per poter continuare a
farlo, senza arrivare al senso di sazietà e quasi di noia dato dall’opulenza. Un
piacere si apprezza maggiormente se non se ne abusa, e lui vuole restare un
piacere, anche per gli occhi, non solo per il palato. Ed allora si veste di
colori, di confezioni trasparenti o di scatole di metallo, si nasconde in
orsacchiotti e anche in tanti dolci, sapientemente suddiviso in piccoli
pezzetti.
Sa
invitare senza far nulla, fa salivare prima che tu lo assaggi, è sapiente ed un pò erotico, e in
certi negozi particolari ama essere servito da gran sacerdoti, da gioiellieri,
da compassati e seri commessi che ti guardano un po’ dall’alto in basso. Fa timore, a volte.
Quando
viene di nuovo la bella stagione il suo tempo volge al termine, e si sente
umiliato ad essere offerto come un qualunque genere alimentare a scadenza
ravvicinata. Non è giusto, ma la vita è così. Non è un omino di neve, certo,
che si squaglia col primo sole tiepido, ma anche lui non ama il
caldo.
Il caldo lo vuole donare, vuole compensare il bel tempo che è stato e che vorremmo che tornasse, non gli piace competere col caldo vero quando arriva. In quel caso si ritira, per un po’ scompare quasi anche dalla nostra fantasia e dai nostri desideri, e sa che deve aspettare un altro anno, un altro inverno da riscaldare.
Il caldo lo vuole donare, vuole compensare il bel tempo che è stato e che vorremmo che tornasse, non gli piace competere col caldo vero quando arriva. In quel caso si ritira, per un po’ scompare quasi anche dalla nostra fantasia e dai nostri desideri, e sa che deve aspettare un altro anno, un altro inverno da riscaldare.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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