Inventato
da due matematici ma separatamente, nella prima metà del secolo scorso, è un
ottimo gioco di strategia da tavolo simile in parte alla dama, ma fondato su
principi molto diversi. Lo vendono in confezioni molto raffinate, in legno, con
una base a forma di rombo, tanti fori perfettamente disposti e piccoli pioli di
due colori diversi.
Il
nome ex deriva de exagon (esagono), perché la scacchiera si origina dall’idea
degli esagoni affiancati a coprire tutto lo spazio, come se ci trovassimo in un
alveare. La versione su carta che qui propongo rende evidente questa intuizione,
e lo scopo del gioco consiste nel creare un percorso ininterrotto da un lato col
proprio simbolo o colore all’altro lato opposto. L’avversario ovviamente ha lo
stesso scopo, con il proprio simbolo o colore, e alla fine uno dei due vince sempre, perché chi arriva a
completare il proprio percorso impedisce all’altro di completare il proprio. Chi
inizia per primo ha un vantaggio, ma se la scacchiera aumenta di dimensioni
intervengono talmente tante variabili che non c’è modo di dimostrare che questo
vantaggio sia reale.
Una
regola che si apprende dopo aver giocato diverse partite è che non conviene mai
giocare in difesa e rincorrere le mosse dell’altro, ma cambiare continuamente
il gioco, il percorso, l’ottica. Se si inseguisse chi è in vantaggio, andando
alla stessa velocità, si perderebbe immancabilmente.
L’immagine
che allego si può stampare, su carta, e poi usare la matita per occupare, a
turno, uno dopo l’altro, le caselle con una x o un punto. Poi si può pure cancellare il tutto, dopo aver finito una partita, e ricominciare con una
seconda.
Si può continuare sino a quando non si impara la tecnica migliore per non perdere, almeno
sino a quando non incontreremo qualcuno più bravo di noi.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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