martedì 29 novembre 2016

tradizione




Il senso di vuoto, l’aria di festa che, anche a starci dentro si avverte un po’ lontana, ma anche il ricordo di altri momenti, con stato d’animo ben diverso, e, certo, la mai perduta idea che domani potrebbe cambiare ancora.
Voler trasformare in parole un insieme di sensazioni irrazionali non porta quasi mai buon frutto, e se questo avviene è ben poca cosa di fronte all’enorme albero che ne ha permesso lo sviluppo.
Per certi versi mi viene da pensare al processo di produzione di un piatto di alta cucina procedendo per sottrazione, o alla creazione di una poesia ermetica, o alla scultura nascosta dentro un blocco di marmo portata alla luce dall’artista.

Il piatto che viene presentato con una porzione ridottissima di materia edibile scarnificata nei suoi componenti essenziali, la poesia formata di poche parole, il corpo marmoreo, cos’altro avrebbero potuto essere se elaborati, pensati, scolpiti da menti e mani diverse? Ogni cosa ovviamente. Chi ha scelto ha scartato. E con gli scarti di alcuni si potrebbero creare interi universi e scoprire mondi sconosciuti.

Chiedo scusa, ho perso di vista il senso, mi sono distratto lungo la strada. Spero ti sia chiaro che non potrò, neppure volendo, esprimere ogni cosa. Come Tognazzi in un suo celebre sketch quando lavorava per sei mesi assieme a tutta la famiglia per ottenere, da un troncio, uno stuzzicadenti, uno solo, lasciando perdere i trucoli, io mi perdo per ottenere un solo stuzzicadenti, scordando o incapace di esprimere i trucoli.

Quindi mi ridimensiono, accetto il mio limite, e spiego cosa penso della sola parola che in realtà ora mi viene naturale per dirti: Tradizione. La tradizione è l’essenza della vita che noi immaginiamo come perfetta, ideale e come tale da preservare. In realtà più o meno velocemente anche la tradizione muta. Mutano le tradizioni popolari, che si dimenticano e vanno a finire solo nei musei e nelle sagre paesane. E mutano le tradizioni della famiglia e le nostre stesse tradizioni personali. E sono dolori. La tradizione fa ricordare che ci ha lasciato. Ci fa pensare come lui costruiva il presepe, come lei preparava gli gnocchi, come si accendevano alcune luci, e la cartolina rimane fissata, inalterabile, a ricordarci come eravamo, e come non siamo più.

Ecco il perché del senso di vuoto in certi momenti, della tradizione che fa cercare il calore quando si avverte il freddo. Sono loro che tornano, a ricordarcelo. O sono le finestre illuminate viste da fuori, che fanno pensare che per alcuni ora la tradizione sia ancora viva ed immutabile.

                                                                                                                            Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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