Il
senso di vuoto, l’aria di festa che, anche a starci dentro si avverte un po’ lontana,
ma anche il ricordo di altri momenti, con stato d’animo ben diverso, e, certo,
la mai perduta idea che domani potrebbe cambiare ancora.
Voler
trasformare in parole un insieme di sensazioni irrazionali non porta quasi mai
buon frutto, e se questo avviene è ben poca cosa di fronte all’enorme albero
che ne ha permesso lo sviluppo.
Per
certi versi mi viene da pensare al processo di produzione di un piatto di alta
cucina procedendo per sottrazione, o alla creazione di una poesia ermetica, o
alla scultura nascosta dentro un blocco di marmo portata alla luce dall’artista.
Il
piatto che viene presentato con una porzione ridottissima di materia edibile
scarnificata nei suoi componenti essenziali, la poesia formata di poche parole,
il corpo marmoreo, cos’altro avrebbero potuto essere se elaborati, pensati,
scolpiti da menti e mani diverse? Ogni cosa ovviamente. Chi ha scelto ha
scartato. E con gli scarti di alcuni si potrebbero creare interi universi e
scoprire mondi sconosciuti.
Chiedo
scusa, ho perso di vista il senso, mi sono distratto lungo la strada. Spero ti
sia chiaro che non potrò, neppure volendo, esprimere ogni cosa. Come Tognazzi
in un suo celebre sketch quando lavorava per sei mesi assieme a tutta la
famiglia per ottenere, da un troncio, uno stuzzicadenti, uno solo, lasciando
perdere i trucoli, io mi perdo per ottenere un solo stuzzicadenti, scordando o
incapace di esprimere i trucoli.
Quindi
mi ridimensiono, accetto il mio limite, e spiego cosa penso della sola parola
che in realtà ora mi viene naturale per dirti: Tradizione. La tradizione è l’essenza
della vita che noi immaginiamo come perfetta, ideale e come tale da preservare.
In realtà più o meno velocemente anche la tradizione muta. Mutano le tradizioni
popolari, che si dimenticano e vanno a finire solo nei musei e nelle sagre
paesane. E mutano le tradizioni della famiglia e le nostre stesse tradizioni
personali. E sono dolori. La tradizione fa ricordare che ci ha lasciato. Ci fa
pensare come lui costruiva il presepe, come lei preparava gli gnocchi, come si
accendevano alcune luci, e la cartolina rimane fissata, inalterabile, a
ricordarci come eravamo, e come non siamo più.
Ecco
il perché del senso di vuoto in certi momenti, della tradizione che fa cercare
il calore quando si avverte il freddo. Sono loro che tornano, a ricordarcelo. O
sono le finestre illuminate viste da fuori, che fanno pensare che per alcuni
ora la tradizione sia ancora viva ed immutabile.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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