Lo
dico con tristezza, ma è così. L’amicizia vive le sue fasi, che per ognuno di
noi sono calate su tutto quanto siamo stati prima, sulla nostra formazione ed
educazione, sull’inconscio, sulle paure e sulle attese, sulle speranze e sui
progetti.
Nel
mio caso poi aggiungo il carico, ed allora emergono l’invidia, la ripicca, il
senso di inadeguatezza, l’incapacità di elaborare e superare del tutto un
rifiuto in un momento particolare, il mio essere irreparabilmente permaloso e
capace di legarsi al dito fatti che risalgono anche a decenni prima.
A
volte sono certo che alcune chiusure non sono avvenute per colpa mia, altre
volte invece penso esattamente il contrario, ma più spesso credo in un
concorso di colpe. In ogni caso il risultato non cambia: quando
l’amicizia arriva alla fase nella quale l’altro viene visto con occhi
distaccati, è tutto finito.
Magari
apparentemente non cambia quasi nulla dal punto di vista esteriore e formale, probabilmente
i rapporti continuano o riprendono, ma non saranno mai più come prima.
Se
la complicità paziente e curiosa, leggera, aperta alle critiche senza
retrogusti a giudicare, che condivide sinceramente anche gli aspetti sui quali
si sa di pensarla diversamente, se quella complicità si scalfisce, poi non si
ripara più.
Non
credo nel kintsugi relazionale, non sono mai disponibile a porgere la seconda
guancia, e se qualche cosa si ripara, rimane una cosa riparata, non di maggior
valore rispetto a prima. La mia inclinazione è occidentale ed egoistica, lontanissima
dalla saggezza orientale.
Del
resto, per tornare all’amicizia che si può inter-rompere e riprendere-riparare,
sarà anche vero che un rapporto riallacciato assume maggior valore, da un certo
punto di vista, ma il danno impreziosito dal solo fatto di averlo superato non
viene annullato.
Il
dolore lascia conseguenze, insegna strategie per evitarlo, se la vita lo
consente, e offre la possibilità di scegliere se caderci ancora, allo stesso
modo, con la stessa persona, oppure se riprendere, certo, e con la stessa
persona, ma necessariamente in modo diverso, cioè dopo il danno, dopo il
dolore.
Nessuno
dei due un tempo amici, anche se ritornano ad esserlo, dimenticherà quanto è
successo, e nulla sarà più come prima.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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