giovedì 24 aprile 2014

Il collezionista di rifiuti


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Impossibile contenerlo, si lancia come un ragazzino in ogni impresa o idea che lo colpisce al solo fine di trovare il piacere del nuovo, del mai fatto personalmente, del visto ed ammirato in altri.
Ercole sopporta malissimo il suo nome, prima appartenuto al nonno - che per sua fortuna non si chiamava Benito o Ultimo – ma per il resto non è particolarmente insoddisfatto. Ha una buona faccia tosta, o semplicemente non riflette molto sulle conseguenze delle sue azioni, e se un’impresa lo tenta lui prova a realizzarla. È timido, assurdamente, ma allo steso tempo esibizionista, e colleziona, inutile dirlo, molti rifiuti, talvolta anche infastiditi.
Tenta e ritenta, però, realizza diversi progetti, e dopo molti no ottiene sempre qualche sì.
Alcune chiusure sono fisiologiche ed hanno spiegazioni perfettamente condivisibili: ”Mi spiace, ma abbiamo appena finito i posti”, oppure: “Verrei volentieri, sai, ma ho già un impegno”, e ancora : “No, non mi interessa, grazie”. Altre volte invece incassa il colpo a fatica, e questo lo fa recedere dall’idea iniziale come se non aspettasse altro. Ad esempio, provando a vendere un contratto per la fornitura di energia elettrica porta a porta, una signora, al citofono, gli risponde in malo modo, usando parole cattive e spietate che lo feriscono dentro, facendolo desistere dopo un giorno e mezzo di tentativi andati quasi tutti a vuoto, ma messi in conto. Quel rifiuto lo denuda nella sua incapacità, e ne deve prendere atto. Nel giro di poche ore abbandona ufficialmente quel vicolo cieco.
I tanti no però, ottenuti a tutti i livelli, gli permettono di crescere, di capirsi meglio, di essere sé stesso e allo stesso tempo di mostrarsi in modo più diplomatico quando serve. Del resto gli altri non hanno mica pietà di lui, e quando capita non mancano di dirgli quanto pensano della sua immaturità ed inconsistenza.
“Tu non vivi”, gli dice in faccia una ragazza, demolendolo senza appello. Ovviamente se la lega al dito, ma incassa, e ne fa tesoro. Lei ha avuto il coraggio di dirgli quello che altre nascondevano sotto sorrisi di circostanza, sotto un velo di pietà e commiserazione, senza aiutarlo né fargli capire.
Il collezionista di rifiuti, al secolo Ercole Pazzi, qualche anno dopo, sa di avere un debito di riconoscenza con quella donna sicura di sé, ma l’ha rimossa tanto bene dalla sua mente che ora il suo viso è sfumato, e pure il nome non ricorda più. La nostra mente seleziona, lo fa in modo automatico, è costruita per questo, e quella di Ercole in questo genere di operazioni è molto allenata.
Raccoglie sempre rifiuti - ora un po’ meno, perché l’esperienza a qualcosa deve ben servire – e non se ne fa un problema, perché intanto continua a progettare cose nuove, a sognare, a vedere con la mente cose che ancora non esistono.
La sua collezione non occupa spazi in casa, né la deve riordinare di tanto in tanto, semplicemente la tiene, in testa, come una ramificazione filogenetica, come una sorta di processo di apprendimento per prova ed errore.
Quando, un giorno, svegliandosi, non avrà più la forza di sfidare la sorte e cercherà di evitare un nuovo rifiuto, saprà di essere quasi morto.

                                                                        Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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