Guarino
Sigismondi parte la notte tra il 3 ed il 4 marzo 1460 per una missione segreta affidatagli
da Borso d’Este, Signore di Ferrara, Modena, Reggio e Garfagnana, investito
Duca da Federico III durante una sua sosta a Ferrara nel 1452, di
ritorno da Roma, dove papa Pio II lo aveva a sua volta incoronato imperatore.
La missione di
Guarino deve rimanere segreta anche a costo della morte poiché la dinastia
estense persegue un difficile equilibrio di alleanze ed investiture tra papato
da una parte e potere imperiale dall’altra, senza mai scordare quel vicino
temibile, la repubblica di Venezia, che ormai estende i suoi domini
sino alle valli bergamasche da oltre trent’anni.
La Serenissima non deve in alcun modo conoscere lo scopo finale
e del suo incarico, che è prima quello di valutare le possibilità pratiche di un progetto ambizioso e poi di organizzare
un rapporto commerciale vero e proprio con l’Alta Valle Seriana, in quel
momento controllata da un vicario dei veneti.
Borso non può ignorare gli accordi della Pace di Ferrara del
1433, e quindi sa bene che le sue mire possono rischiare di diventare un serio
incidente diplomatico se scoperte, ma è anche a conoscenza che il potere enorme
della Serenissima scema sempre più allontanandosi dal dominio di mare, e che un
vicario, di nomina locale, forse ha il potere di esaudire il suo segreto
desiderio.
La valle Seriana Superiore e la valle Brembana Superiore godono
di una certa autonomia rispetto al territorio circostante e su questo il Sigismondi,
suo uomo di fiducia, può probabilmente contare. A sfavore gioca però il fatto
che, anche se eletto dal consiglio locale, è un patrizio veneziano approvato
dal Maggior Consiglio lagunare a governare di fatto la zona.
Fonderie a Gromo nel 1666 |
Il viaggio è pericoloso, ed attraversare le zone di confine
comporta sempre rischi ulteriori, ma in poco più di un mese e mezzo,
effettuando spesso deviazioni e soste col solo scopo di depistare eventuali spie
e camuffare in ogni modo possibile la loro partenza e la loro destinazione,
Guarino ed i suoi quattro uomini giungono in vista delle prime case della Comunità
del Borgo di Gromo.
Trovano con facilità, pagando il giusto, una locanda dove prendono alloggio.
Si presentano come mercanti fiorentini che desiderano
comprare argento, e sviano così le prime curiosità. Iniziano quindi, con calma,
a visitare le fonderie che trattano il metallo prezioso. Ben presto tuttavia
cominciano ad interessarsi agli artigiani che forgiano armi bianche di rara
bellezza e leggerezza: spade e punte per lance ed alabarde, pugnali e spuntoni.
È quello che stanno cercando: la fama delle armi della valle
è ben meritata, e sicuramente sono all’altezza se non migliori di altre lame da
guerra prodotte in Spagna, a Toledo, oppure a Solingen, in Renania.
Ora viene la parte più difficile del compito di Guarino,
quella di rivelare l’intenzione di acquistare un grosso quantitativo di armi
ma, allo stesso tempo, di mantenere segreto il committente, il suo signore e destinatario
finale, e questo al fine di ottenere i permessi formali e daziali delle
autorità veneziane senza far loro sospettare l’interesse degli Estensi.
Viene fissato un incontro con un intermediario di
fiducia del vicario e con un rappresentante delle fonderie, in una piccola casa
sul torrente Calia, e l’accordo infine viene raggiunto tra il Sigismondi,
emissario degli Estensi, e lo Scacchi, in rappresentanza delle officine di
produzione delle lame, col beneplacito ben compensato del fiduciario veneziano.
Il resto della storia scompare nelle nebbie del tempo, e non
ci sono prove, oggi, che le armi siano alla fine giunte al castello di San
Michele nell’anno del Signore 1460.
Il castello estense in quel momento è già edificato e perfettamente efficiente
ma non è ancora la futura sontuosa dimora ufficiale degli Estensi, ed i signori di Ferrara preferiscono risiedere nel
vicino e più elegante Palazzo Ducale sino al 1476.
Museo di Gromo – Sala delle armi
(Non sono uno storico, e quindi tutti i personaggi minori
sono frutto di fantasia. La storia è una ricostruzione ideale di quanto forse è
successo e che con ricerche bibliografiche serie si potrebbe smentire o
confermare, modificando ovviamente molto di quanto ho scritto. È un fatto
tuttavia che gli Estensi sono stati una delle dinastie più importanti e longeve
nella storia europea e che a Gromo si sono prodotte per secoli tra le migliori
lame del continente. Io ho solo fatto 1+1. Ringrazio in anticipo quanti,
leggendomi per caso, mi daranno indicazioni più precise permettendomi di
rendere più aderente ai fatti la mia ricostruzione )
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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