(prima di leggere qui guarda
cos’è successo qualche mese fa)
Dal mese di novembre erano arrivati a Rovereto, e si
trovavano mica male lì, avevano fatto bene a spostarsi, perché a Querciolano
ormai per loro la situazione si era fatta difficile, ed ora, circa 5 mesi dopo,
neppure i soliti polemici avevano
argomenti da tirar fuori per criticare la decisione di Uno, e la pace regnava
nel piccolo popolo.
Ventinove, al solito, non riusciva a star fermo, era curioso
di tutto, e quella loro nuova patria di adozione gli offriva mille occasioni
per scoprire sempre cose nuove.
La notte, quando gli umani solitamente andavano a dormire, a
parte alcuni che tiravano tardi nei bar ancora aperti oppure i soliti stupidi
che andavano in giro per vedere che nuovi danni fare in città, lui se ne
usciva, da quella bottega vuota di Via della Terra al numero 15, e si guardava
attorno.
Aveva così scoperto, poco lontano, al numero 12, una bottega
strana, con un artigiano che produceva terracotte o cose simili, e le decorava
anche molto bene. La cosa buffa era che a volte vedeva gente che appoggiava
libri ad una finestra della bottega e se ne andava. Poi capitava che quel
libro venisse preso da qualcun altro, come se fosse la cosa più naturale di
questo mondo. Incuriosito aveva letto una scritta: “bookcrossig”, e poco a poco
aveva capito che in quel posto i libri venivano scambiati.
Una sera uscì con Duecentoquindici e con suo fratello,
Duecentosedici, con l’intenzione di allargare il solito giro allontanandosi un
po’ dalla loro bottega.
A poca distanza trovarono una gioielleria senza gioielli.
"Strano", pensarono. Poco più avanti una bomba intelligente e pacifista che
quando aveva avuto l’occasione di scoppiare aveva deciso che non voleva farlo,
e poi aveva sposato la causa di chi è contrario alla guerra, indossando una
bandiera arcobaleno della pace. “Se anche una bomba non vuol fare la guerra
un motivo ci sarà”, pensò approvando Ventinove.
Ma la cosa che veramente lo colpì, la prima volta che si
trovo davanti quella bottega, fu il cappellaio che voleva vendere libri. Più
matto di quello, pensò, difficile trovarne altri di umani.
Anche Duecentoquindici e Duecentosedici rimasero colpiti da
quella strana e storica bottega di cappelli che però, sulla porta di ingresso,
riportava la scritta: I LIBRI ED IO SIAMO QUI !
"I libri sono importanti", pensò Ventinove. Molto più dei
cappelli. Poi i tre esploratori tornarono verso la loro bottega, ma prima
andarono al numero 12 e presero un libricino. Il mattino dopo la bella
Quarantacinque trovò, al suo risveglio, accanto a lei, quel libro. Narrava una
storia d’amore, che lei lesse d’una fiato, e subito dopo lo passò alle sue
amiche, che tutte eccitate fecero lo stesso.
Il danno ormai era fatto.
Ma che razza di idea gli era venuta a Ventinove?
Tutti sapevano che gli piaceva Quarantacinque, e che pure lei non disdegnava le attenzioni di lui, ma per quale motivo farle scoprire i libri?
Tutte le ragazze iniziarono a chiedere ai loro spasimanti altri libri, con altre storie, perché, come tutte le femmine, erano curiose e volevano sapere. Il piccolo popolo, che trascorreva tranquillo i mesi in attesa del nuovo raccolto di patate, fu percorso da una nuova frenesia, che non fu possibile tenere a bada con i pochi libri recuperati ogni tanto con qualche puntata notturna al numero 12.
Ma che razza di idea gli era venuta a Ventinove?
Tutti sapevano che gli piaceva Quarantacinque, e che pure lei non disdegnava le attenzioni di lui, ma per quale motivo farle scoprire i libri?
Tutte le ragazze iniziarono a chiedere ai loro spasimanti altri libri, con altre storie, perché, come tutte le femmine, erano curiose e volevano sapere. Il piccolo popolo, che trascorreva tranquillo i mesi in attesa del nuovo raccolto di patate, fu percorso da una nuova frenesia, che non fu possibile tenere a bada con i pochi libri recuperati ogni tanto con qualche puntata notturna al numero 12.
Come in altre emergenze simili Uno, vista la situazione, convocò le sue due
consigliere di fiducia: Novanta, l’economa e pesatrice ufficiale, di grande
esperienza e saggezza, e Settantotto, la prostituta filosofa, che di esperienza
ne aveva pure lei, anche se di altra natura.
Discussero al solito molto animatamente, perché Uno non
perdeva occasione per far indispettire ora Novanta ora Settantotto. Loro due
stavano al gioco, sin dove volevano però, giusto per dargli un po’ di soddisfazione,
perché oltre a rispettarlo in fondo lo ammiravano, e pure molto. Ma quando poi
si trattava di decidere sapevano molto bene come portarlo a ragionare
esattamente nel modo voluto, ed alla fine la spuntavano invariabilmente loro.
Anche quella volta Uno approvò le due, e la decisione che
presero all’unanimità fu semplice e pratica.
Il solito Seicento, con i suoi amici, avrebbe organizzato,
sotto la guida di Ventinove, una ricerca a tappeto in tutta la città per
trovare il maggior numero di libri possibile e poi li avrebbero portati nella
loro bottega, per colmare la nuova sete di conoscenza che sembrava aver
contagiato quasi tutti, volenti o nolenti.
Nelle settimane che seguirono scoprirono una libreria che
stava per chiudere o già chiusa, la Libreria Blu, poi un’altra piccola libreria
indipendente, la Libreria Piccolroaz, e tante cantine con scatoloni pieni di
libri, abbandonati.
Si organizzarono in squadre poco numerose ma efficienti, ed
in poco tempo riuscirono a portare nella loro bottega scatoloni e scatoloni di
libri di ogni genere, facendo finalmente felici Quarantacinque e tutte e sue
amiche. Anche Uno iniziò a prenderci gusto nella lettura, lui, che prima aveva
solo pensato a cose pratiche e che la saggezza l’aveva appresa da suo padre (e
suo padre da suo nonno, in una tradizione orale ininterrotta da secoli).
Alla fine la pace tornò di nuovo nel piccolo popolo.
Silvano C.©( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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