martedì 8 aprile 2014

Prossemica individuale


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A quale distanza deve essere chi comunica?
Ad esempio, quanto desidero (o l’altra persona desidera) la vicinanza? Quanto sono sicuro di me stesso sul piano psicologico o del mio aspetto fisico?  Soffro di alitosi? Sono disposto ad ascoltare o a mettermi in gioco, cioè sono aperto nei confronti di chi in qualche modo mi cerca o mi accetta?

Impossibile rispondere in poche righe a tutte queste domande, anche perché le risposte variano nel tempo, e sono mutate certamente per quanto mi riguarda nel corso degli anni. Osservare gli altri, sotto questo aspetto, quando comunicano tra loro, è per me fonte di curiosità intermittente e voyeuristica, morbosa, a volte invidiosa altre volte invece solo compiacente oppure decisamente distaccata, quasi scientifica. Invidio a volte le vite degli altri, le facilità  che mi sembra di leggervi ma che magari solo io vedo.
Spesso, avendo in seguito modo di approfondire, mi rendo conto che sono solo mie fantasie nate da impressioni parziali e superficiali.

Amo moltissimo il cinema, e probabilmente uno dei motivi profondi di questo amore è la sete di “alterità”, di vivere e spiare vite altrui. In questo modo mi avvicino solo emotivamente alla rappresentazione filmica, e ne dimentico gli aspetti critico e culturale. Una condizione ovviamente è che gli attori sappiano recitare, e non scoprano la finzione con la loro incapacità. È facile ingannare chi vuol essere ingannato, del resto, quindi io offro le migliori condizioni di successo sotto questo aspetto a molte opere cinematografiche.

Ma ritorno alla domanda iniziale e tento, malgrado tutto, una risposta sintetica. La distanza fisica ideale per comunicare non esiste, esiste solo la vicinanza umana, che può essere contatto diretto, in alcuni casi, oppure comunanza di sentimenti o anche solo di sensazioni, ed allora la distanza si può misurare anche in termini di tempo, non solo di spazio. Cioè si può essere vicini ad uno scrittore vissuto anni prima e lontanissimi da chi ci sta parlando a pochi passi in una stanza o su una strada.

 Immagine di Alejandro Almaraz
                                                                            Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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