Ho chiuso gli occhi e sono entrato al cinema. Ho confuso le sale una con l’altra. Ho scambiato tra loro le persone con le quali sono andato. Ho probabilmente inventato situazioni che non sono mai avvenute durante la visione di qualche film. Ho rivisto parte della mia vita reale e sono tornato indietro dove non si può e dove non esiste più nulla. Dicono che c’è solo il presente. Preoccupante, no? Come stare su un crinale di ghiaccio e neve tra vallate diverse, su una lama che taglia in due, nell’attimo che l’ascensore passa un piano ma non si ferma, il tutto concentrato in un tempo zero. Ho rivisto mio nonno e ora mi chiedo se partivamo da Cassana o da Porotto. Ricordo il cinema Diana, meno l’Apollo e quasi per nulla un’altra sala parrocchiale che si trovava, ma forse ricordo male, vicino a via XX Settembre. Non importa molto, in effetti, conta che ci siamo andati molte volte al cinema, assieme, più o meno ovunque ci capitava e proiettavano qualcosa che ci interessava. Cose nostre, in fondo. Del resto molte sale sono sparite, molti film sono parte della storia del cinema e la vita va avanti nonostante tutto. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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