Non amo le partenze, preferisco
gli arrivi e i ritorni. Degli arrivi e dei ritorni non amo l’attesa e la
sottile incertezza che vi è legata. Se posso voglio vedere chi parte e chi
arriva, salutare e magari vedere mentre si allontana o si avvicina. In treno,
in auto o a piedi, non fa differenza, anche in aereo. Il momento del distacco è traumatico. È un
cambiamento rispetto alla consuetudine immutabile. I gatti sono abitudinari. Curiosi
ma abitudinari. Si allontanano per esplorare ma non oltre un loro limite, e
quello a loro basta. Non amano essere spostati senza la loro volontà e non
tutti si fanno convincere a farlo. Non sono come i cani che seguirebbero
ovunque il loro umano. Vedere quando partivi non mi faceva bene. Solo qualche
volta lo prendevo con un momento di mia libertà, alla quale non ho mai
rinunciato, ma quando dovevi partire per il lavoro e magari fare tanti
chilometri ogni giorno quello non mi andava. Mi ero ripromesso potenziali
vendette nel caso ti fosse successo qualcosa durante i tuoi viaggi. Cose passate
ma sempre qui. Si cambia poco, io cambio poco, non perdo alcun difetto e nuovi meriti
ne vedo pochi. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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