In una canzone famosa Jannacci canta
di un palo che doveva coprire la banda mentre era impegnata in un colpo. La canzone
è troppo bella perché la rovini parlandone a sproposito, e mi ricorda un
episodio di alcuni anni fa. Io ero a Ferrara, all’incrocio sotto casa nostra,
e aspettavo due ospiti che arrivavano da lontano. Il loro viaggio era lungo e,
non vedendoli arrivare all’ora che pensavo, ero sceso e stavo guardando nella
direzione che ritenevo quella giusta. E mentre ero lì, quasi come un pirla al
centro dell’incrocio, è passata un’amica col cane e ho scambiato due
chiacchiere, poi lei ha proseguito il suo giro. Ed io sempre a guardare verso
nord e verso ovest, da quelle direzioni dovevano arrivare, la geografia non è
un’opinione. Passava il tempo, e iniziavo a preoccuparmi, ma non volevo
telefonare per non metterli in difficoltà o far loro fretta. Aspettavo ancora,
e niente. Dopo un tempo imprecisato, più o meno due ore secondo miei calcoli
approssimativi considerando il tragitto e l’auto che possedevano, moderna e
ibrida, con grande autonomia e col navigatore, ho sentito suonare un clacson
alle mie spalle. Mi sono voltato ed erano loro, arrivavano esattamente da est. Lei
aveva un’aria stravolta, lui un po' meno ma sembrava accaldato malgrado non fosse
estate. Nessun incidente, mi hanno spiegato. Loro non usano le superate cartine
e semplicemente avevano impostato il navigatore per la via giusta ma non quella
di Ferrara, bensì quella di Argenta. E anche il previsto attraversamento del Po
non lo avevano fatto a Pontelagoscuro ma tra Polesella e Ro. Ciao Viz, so che
hai sorriso quella volta. Tu le cartine le sai leggere, o dovrei dire le sapevi
leggere, ma quello che dico e penso in questo caso sono fatti miei, cioè nostri.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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