… poter trasformare una speranza
in una possibilità, dici niente? Sentire che mi dici che esci un attimo sul balcone
non è poco, è praticamente la differenza tra essere e non essere. E come arrivo
a questo? È un effetto collaterale della sistemazione solo parziale di vecchie fotografie
in una classificazione più ordinata. Sembra che poter mettere vicine queste
immagini in modo che sviluppino una sequenza, quasi un film, senza un inizio e
senza una fine, perché magari trovo prima o poi un’immagine precedente o
successiva, presupponga altro. Assurdamente, certo. E anche non per tutti. Si tratta di crederci o
non crederci, e anche di cambiare idea dopo aver pensato il contrario. E poi
non sono solo le immagini ma pure i fatti che si riordinano, e ne arrivano di
nuovi, fuori cronologia, a completare disegni rimasti a metà o senza una
spiegazione. Anche i grandi scrittori in grado di costruire dal nulla interi
mondi muoiono, e qualcuno dopo di loro si ritrova descritto nelle loro pagine o
sa di aver visto quei luoghi dove in realtà non è mai stato. Scrivere però non
è solo mettere una parola dopo l’altra, è dare un primo significato alle frasi
e poi un secondo, un terzo, cioè permettere vari livelli di lettura adattabili
a chi leggerà. E se non leggerà nessuno non è grave. Il semplice scrivere nasconde
un dialogo e non è necessario altro. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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