Non so perché Verona, ma mi piacerebbe tornarci non da solo e non come quando ci andammo tante volte assieme. Mi piacerebbe passeggiare sotto i portici dove non passammo mai, magari a cercare i luoghi di allora ma non solo quelli, perché intanto troppi di questi sono cambiati. La vita è mutamento e se questo finisce arriva la morte. Ne sono consapevole, e pur accettandolo logicamente lo rifiuto emotivamente. La morte arriva come sa solo lei, la nostra fantasia non può in alcun modo eguagliare né superare la sua. E la sua non è fantasia, è realtà che si manifesta. A volte mi illudo e la chiamo Signora, ma non credo ci faccia caso perché io conto nulla e sono solo uno tra i miliardi di esseri umani sui quali lei estende il suo potere. E intanto allora tornerei a Verona con te, in attesa di non so cosa, per guardare alcune vetrine e cercare un posto diverso dove andare a pranzo o a cena. Non in una pizzeria, ma in un ristorante. Magari non eccessivamente pretenzioso ma un ristorante, frequentato da veronesi e non da turisti perduti tra l’Adige e l’Arena, poco lontani da piazza delle Erbe e dal teatro Romano. E ci si perde anche a Verona, è ovvio. Ciao Viz.
Silvano C.©
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