Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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Non ridere di me, anche se motivi ce ne sarebbero. Oggi sono arrivato in leggero anticipo ad un appuntamento e, quando ho visto che non c’era il solito giro di persone, non ho immaginato subito il perché. L’ho capito più tardi, quando mi hanno spiegato che in quel momento non era previsto alcun gruppo per la visita al museo. Avevo già messo nell’armadietto giaccone e cose di troppo e avevo fatto staccare anche un biglietto. Nulla di grave, ho anticipato esattamente di una settimana. Si tratta solo della testa che si perde, di impegni che devo ricordare di segnare come facevo una volta, e dell’età che avanza, malgrado a me sembri talvolta che non sia vero. Ma potresti ridere per mille altri motivi, presenti e passati. Mi manca non aver visto la tua espressione tornando a casa prima del previsto, e mi mancano troppe cose. In culo alla visita al museo. Ciao, Viz.
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La casa è dove così ti senti, la presenza è quella che avverti con gli occhi o con la mente, il dubbio consiste nel farti domande assurde alle quali non ha senso rispondere, e personalmente mi chiedo a volte cosa ho fatto di male o di buono per sopravvivere. Ci si prende cura, in qualche modo, sempre sinché si può, e in tal modo cadono i perché di scopo; non è poco. Ho letto di un amore tra sorelle che porta l’una a prendersi le colpe dell’altra, e a proteggerla. Ho visto uomini anziani accompagnare i figli al lavoro o andare a prenderli quando avevano finito, uno di loro è stato mio padre. Quando si muore si resta muti, a parlare rimangono i fatti solidi e immateriali, i ricordi a tradimento, la gratitudine o altri e diversi sentimenti. Sono solo i cattivi che non muoiono, gli altri invece, a volte, dopo, vengono addirittura fatti santi e ricordati sempre come morti che in vita fecero del bene. I cattivi se possibile vengono scordati, o sarebbe meglio farlo, e in tal modo si dimentica anche che sono morti. Chi non è esistito non muore. Tu ritorni, è evidente, lo hai fatto in qualche modo anche poco fa, e tutto il resto, tutto quanto scritto sino ad ora, voleva arrivare esattamente qui. Ciao, Viz.
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Ci sono stati anni nei quali era importante organizzare la fine dell’anno o essere coinvolti da altri per quella sera. Nei miei anni giovanili certe volte speravo passasse in fretta per vincere la solitudine, poi ci sono stati momenti nei quali ho accettato situazioni che avrei fatto meglio ad evitare, ma nulla di particolare, fa parte della vita. Non tutti la pensano allo stesso modo, ma in questo siamo liberi. Assieme abbiamo trascorso capodanni belli e meno belli, alcuni memorabili, con lancio di fuochi d’artificio quasi professionali. Altri tempi. Ora capisco chi si oppone a questo rito, ma in passato mi piaceva farlo. So che ora a dirtelo sorridi, a modo tuo, e sorrido pure io, amaramente. L’ultimo capodanno assieme abbiamo rischiato di trascorrerlo in ospedale, o meglio, tu in ospedale ed io probabilmente fuori, perché le visite non sono ammesse nelle ore notturne salvo casi particolari di assistenza. Chissà cosa sarebbe successo in quel caso, nulla di quanto è avvenuto o non avvenuto è modificabile. La sola cosa che ci fece sorridere allora è quando uno di noi due disse che se venivi ricoverata quella notte avevamo risolto il problema di capodanno. Ciao, Viz.
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Devo comprare le mattonelle di carbone, e poi come mai non ho preso la legna? Chissà adesso quanto me la faranno pagare, dovevo pensarci prima. Devo farlo se non voglio gelare in casa. E la canna fumaria? Anche quella dovrei far vedere e ripulire, non vorrei che andasse quasi tutto a fuoco come quel giorno. La scampammo per poco, il fumo usciva dal muro ma non si propagò alcun incendio alle parti in legno. Se fosse successo avremmo avuto danni da pagare per una vita, ogni cosa avrebbe preso una via diversa. Ma caricando il carbone con l’auto nuova non farò danni, non sporcherò tutto? Ecco, sorridi, ho capito perché. Ciao, Viz.
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Scarponcini pesanti invernali però morbidi, col pelo all’interno, caldi, perfetti per camminare quando la temperatura scende sotto lo zero, per passeggiare in città, iniziando da quella dove li comprammo, Bolzano. Mi piacerebbe ricordare il negozio, ma quello non mi ritorna alla mente. Quel giorno nevicava o era nevicato, non ci facemmo mancare una passeggiata sotto i portici a guardare le vetrine e neppure una visita a quelle due magnifiche librerie cartolerie. Sembrano trascorsi troppi anni, e invece sono stati pochi giorni fa. E poi mi piaceva lucidarli, quegli scarponcini. In questo so essere un’eccellenza. Durante il mio periodo di leva mi distraevo lucidando gli anfibi e una volta, per prendermi in giro, mi dissero che avevo lo sguardo da anfibio lucido. Ecco. Col freddo mi ricordo questo e molto altro. Non serve però che io adesso dica o richiami alla mente tutto, no? Ciao, Viz.
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Un gran fritto misto di pesce con molluschi e crostacei, con una fettina di limone, tanto fritto misto, e un buon vino bianco fresco frizzante e leggero. Prima di tornare a casa sono passato accanto ad una pescheria che il venerdì prepara anche pesce fritto da asporto. Mancava poco a mezzogiorno, sono entrato ed ho visto quello che era offerto e le persone in attesa di essere servite. Non ho preso nulla e sono uscito, inseguito dal profumo. Non ho potuto non pensare a te. Magari una sera dopo una giornata al mare, in un ristorante non pretenzioso ma con buon pesce, e una bottiglia di bianco da finire in due. Chiedi un permesso alla Signora. Mi organizzo e torniamo per un paio di ore sul Gargano. Ciao, Viz.
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Il posto nel folto della vegetazione è il rifugio perfetto, protetto all’ingresso e difeso dai cespugli fitti sopra e tutt’attorno. Fuori ci sono spine, e non si scorge nulla dell’interno. Dentro è caldo quando all’esterno fa freddo, asciutto quando piove, fresco col calore estivo e silenzioso se serve. E poi le parole, poche ma fondamentali, da non pronunciare mai e neppure da scordare, quelle segrete. Tutti i morti aspettano il loro momento, sorridono appena nessuno li guarda o li pensa, e aspettano. Sono fuori del tempo e non hanno fretta, aspettano. Non stanno nei cimiteri, un po' sorridono anche per questo, perché noi, alcuni almeno, li pensiamo nei cimiteri o legati a quei posti. La casa intanto viene svuotata e ripulita dalle vite precedenti. Sembra niente quanto è successo lì dentro, e invece è stato tutto. Le parole, non scordare le parole. Tieni a mente anche dove si trova il rifugio, solo se lo ricordi lo ritroverai. Dei morti non ti curare oltre il normale, sono loro che si faranno vedere quando decideranno e del normale non chiedere a me. Ti sembro normale io? Metti assieme quanto hai imparato oggi con quello che hai scoperto ieri, trascrivi nel quaderno ogni cosa, poi nascondi tutto. Chi ti vede camminate deve vedere solo un vecchio che passeggia col cane. È quello che hai visto oggi, e non hai immaginato nulla di quello che pensava, dove andava, se era felice o solo stanco. Hai pensato esattamente che sia lui sia il cane erano vecchi. Ti sei chiesto stupidamente chi era il più vecchio. Hai anche immaginato che se muore il cane il vecchio morirà presto. E lo stesso che se muore il vecchio anche il cane lo seguirà dopo poco. Oggi hai aspettato, e non è successo quello che attendevi. Solitamente è così. Ricordi che una volta mi preparavi dolcetti e torte e orzetto? Devo ricordare le parole, poche ma importanti. Aiutami a tenerle a mente ma a non pronunciarle mai. Ciao Viz.
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