Non avrei voluto vedere quei due giovani genitori e quella piccola bara bianca, ma ho visto. Sono tante le cose che non vedo ed accadono perché non è necessario che io sia presente. Poi ho visto altre cose, alcune piacevoli altre indifferenti. Mi riesce difficile individuare un segno speciale, so che troppo dipende dagli occhi che guardano e i miei non sono oggettivi. Vedo solo ciò che voglio o che per qualche motivo mi è visibile, tutto il resto no. Pensavo stamattina che da anni non preparo più una torta, neppure una semplice crostata, eppure un tempo mi riuscivano accettabilmente. Preparavo marmellata in quantità industriale e poi ne ottenevo decine di vasetti. Molti li regalavo. Il tempo delle cose sembra lunghissimo, quando lo si vive, ma è un lieve soffio di vento che muta poche ore dopo. Potrei mettere nei barattoli ciò che non vedo, i segni invisibili agli altri, e applicare poi un’etichetta con la data. Sembrerebbero vuoti a tutti e sarebbe la prova certa della mia indiscutibile pazzia. Pensarla poesia mi sembra esagerato, mi accontento della pazzia. Ciao Viz, inizio ad augurarti un felice Natale, ovunque, e intanto immagina che riceverai una scatola apparentemente vuota, ma non per te. Se volevo un segno non ne ho trovati, so che la vita e la morte sono legate, so che l’amore e la morte in certi momenti sono sinonimi e che forse il senso della vita è l’amore. Ma questo è quasi nulla.
Silvano C.©
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