Datemi una cosa e la trasformo

Non lascio stare, ci metto del mio. Non mi adatto alle regole, anche se sono consapevole della loro importanza e necessità. Datemi un pezzo di legno e ne ricavo un oggetto, una scatola o anche solo una fantasia. Non sono tenuto a realizzare ciò per cui non sono pagato e non ho responsabilità, ma immaginare non costa nulla e non procura danni. Non possiedo un laboratorio per lavorare metallo o pietra, per restaurare libri o creare sculture in vetro, ma in tutti questi casi ci ho provato e poi mi sono rassegnato ai miei limiti, alla mia scarsa disponibilità di spazio e denaro, alla legge perfettamente logica che ripartisce il tempo in modo rigido, in segmenti successivi ognuno dedicato a qualcosa ma non a tutto.

Sembra che se qualcuno resta fermo, senza bisogno di far nulla si ritrovi istantaneamente nel passato. Tutto scorre sempre più velocemente, nessuno legge più giornali stampati su carta, solo i vecchi guardano la tv generalista, nessuno si informa più a 360 gradi ma ognuno cerca solo notizie che confermino le sue idee preconcette, senza sottilizzare sul fatto che a sostenere una certa tesi sia un luminare di fama mondiale o un blogger arrivista e senza scrupoli che si finanzia con la pubblicità. Ognuno si ritiene in diritto di smentire chiunque, e in qualche caso di attaccare offendendo, come se fosse necessario per sostenere le proprie idee.

Però datemi materia grezza e immagino cosa se ne potrebbe ottenere, con la fantasia posso arrivare molto lontano, sono in grado di trasformare la morte in vita, lo so fare. Alcune persone restano con me per sempre, e io con loro. Riporto indietro l’atmosfera che respiro, la trasformo nell’odore che c’era in una casa durante gli anni settanta. Ho attrezzi che in parte ho usato ben poco come il tornio non professionale che mi ha permesso tuttavia di seguire un po' la mia curiosità. Ciao Viz. La nebbia di un tempo a volte ritorna, sempre meno per la fortuna di chi deve viaggiare, ma ritorna, e come allora nella nebbia so che qualcuno si nasconde.

                                                                          Silvano C.©  

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