Risposte ne ho poche, nessuna certa. Domande ne
ho tante, troppe.
Vorrei sapere alcune cose che non so, ma allo
stesso tempo, quello che maggiormente vorrei, sarebbe ricevere risposte di un
certo tipo, cioè ottenere conferme su ciò che spero esista, o di cui sospetto
la presenza, o ancora che mitizzo in modo consolatorio.
Tempo
fa ad una domanda specifica che allora mi suonava ironicamente funebre io
rispondevo che non amavo la crema, ma il cioccolato. E ci capitava di parlarne
in modo distaccato ed un po’ esorcizzante assieme, prima di tutto ciò che poi è
venuto.
Mi
riferivo al fatto che, arrivato il mio momento, non avrei voluto essere cremato
ma cioccolato (cioccolatato dovrei dire, se il verbo italiano esistesse). Ora mi
capita sempre più spesso di ripensare a questi temi allegri ma con un’esperienza che non vorrei.
Sarà
l’età, saranno le frequentazioni o forse i luoghi che tendo a visitare, sarà
che mi porto avanti col lavoro, ma io mi ritrovo a pensare alle tombe, ed al
nostro eterno (si fa per dire) riposo. So per esperienza diretta ed indiretta
di ciò che avviene in questi luoghi dove portiamo chi ci ha lasciato pensando
debba restarvi a lungo, almeno quanto dura la nostra memoria. Non di più ma che
almeno quella sia rispettata. Ed invece non passano 20 anni, a volte diversi di
meno, che già qualcuno ha bisogno di spazio e decide che il riposo di chi non
disturbava più nessuno vada interrotto, che i marmi vadano distrutti, le parole
spezzate, le immagini perdute. E magari poi serviranno altri marmi, altre
parole, e nuovi contratti che gli eredi dovranno pagare a questi moderni tenutari,
se vorranno onorare ancora i loro cari. Semplice, 2000 Euro, doppia, 3500 Euro,
lusso, a partire da 5000 Euro. Il prezzo dell’amore dopo la morte, o del
semplice rispetto che dobbiamo non solo a chi non c’è più, ma anche a noi
stessi.
Ed
allora io mi tengo la tua valigia. Per ora ho pagato il servizio semplice, ma
tengo la tua valigia pronta, quella che mi è stata chiesta ma, parlandone con
nostro figlio, abbiamo concordato che è tua e ti potrebbe servire ancora. Magari,
forse, chissà, non so, vorrei, mi piacerebbe, nella fantasia e nella speranza
che non muore manco se le spari a bruciapelo, ti potrebbe servire ancora. Quindi
la tengo, e se ora gli occhi tradiscono l’emozione non farci caso, io non fumo,
ma tu sì, quindi immagina che sia solo fumo negli occhi. Il fumo di una tua
sigaretta.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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