Trovo
agganci imprevisti a ciò che penso; volendo potrei anche arrivare ad una
bibliografia ragionata, ma non mi interessa farlo.
Credo
nel caso ed anche alla sua inesistenza. Però non intendo dimostrare alcuna tesi
in merito quindi accetto di essere contraddittorio (e, aggiungo, senza l’illusione
di essere sano di mente).
Vedo esattamente
ciò che voglio e che per qualche motivo mi interessa, che nella fase della vita
che attraverso mi attrae. In questo momento ho un’attenzione dalla quale non mi
distraggo se non occasionalmente e brevemente. Molte delle mie azioni sono puro
diversivo, ma non scordo mai il vero centro significativo.
Vivo di
rendita, letteralmente, e la rendita principale è quella che mi hai lasciato,
che non finisce e che rimane a mio esclusivo beneficio. Altri tuoi lasciti non
testamentari toccano ad altri, sono un diritto che non mi spetta e tali resteranno,
non posso averne l’esclusiva e neppure sarebbe giusto.
Nulla
finirà se non quando le persone stesse smetteranno di cercare, di ricordare.
Allora lentamente tu, e anch’io, saremo dimenticati. I cimiteri oppongono una
resistenza d’ufficio e molto limitata a questo continuo divenire, pochi anni, o
per i più fortunati solo un po’ d’altro tempo aggiuntivo utile a restare ancora
tra i mortali.
Io mi
chiedo spesso che senso abbia tentare di mantenere il ricordo, e non solo il
tuo. Eppure senza memoria non si va avanti.
Senza di te sarei perduto come decenni fa. Senza le nostre madri e i
nostri padri noi tutti saremmo alla deriva e dovremmo ripartire da dove loro
iniziarono, in una corsa indietro nel tempo di generazione in generazione che
non permetterebbe alcuna evoluzione, alcun mutamento, alcun progresso. La
memoria resta fondamentale per me, per la comunità, per l’intero paese, per
ogni società umana. Distruggerla o ignorarla è un delitto imperdonabile.
Ora io
con chi potrei parlare, ad esempio? Con tante persone, dirai, vive e in carne
ed ossa, magari conosciute senza averle mai incontrate, oppure incontrate
occasionalmente e mai realmente conosciute. Vero, ma pure inesatto.
Per
rispetto a me stesso, prima ancora che a te, io ricordo. Nell’attesa di
trasformarmi in materia incosciente, ancora per un po’ vivente, io ricordo.
Le cose
non finiscono come si vorrebbe, forse neppure come non si vorrebbe. Tutto
resta, esattamente tutto. Come possa avvenire non me lo so spiegare, come
rimane un mistero la mia vita insignificante in un intero universo dilatato nel
tempo e nello spazio. Eppure tu ci sei. Lasciamelo dire.
Silvano C.©
(La riproduzione
è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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