venerdì 11 maggio 2018

Le cose che non finiscono mai



Trovo agganci imprevisti a ciò che penso; volendo potrei anche arrivare ad una bibliografia ragionata, ma non mi interessa farlo.
Credo nel caso ed anche alla sua inesistenza. Però non intendo dimostrare alcuna tesi in merito quindi accetto di essere contraddittorio (e, aggiungo, senza l’illusione di essere sano di mente).
Vedo esattamente ciò che voglio e che per qualche motivo mi interessa, che nella fase della vita che attraverso mi attrae. In questo momento ho un’attenzione dalla quale non mi distraggo se non occasionalmente e brevemente. Molte delle mie azioni sono puro diversivo, ma non scordo mai il vero centro significativo.
Vivo di rendita, letteralmente, e la rendita principale è quella che mi hai lasciato, che non finisce e che rimane a mio esclusivo beneficio. Altri tuoi lasciti non testamentari toccano ad altri, sono un diritto che non mi spetta e tali resteranno, non posso averne l’esclusiva e neppure sarebbe giusto.
Nulla finirà se non quando le persone stesse smetteranno di cercare, di ricordare. Allora lentamente tu, e anch’io, saremo dimenticati. I cimiteri oppongono una resistenza d’ufficio e molto limitata a questo continuo divenire, pochi anni, o per i più fortunati solo un po’ d’altro tempo aggiuntivo utile a restare ancora tra i mortali.
Io mi chiedo spesso che senso abbia tentare di mantenere il ricordo, e non solo il tuo. Eppure senza memoria non si va avanti.  Senza di te sarei perduto come decenni fa. Senza le nostre madri e i nostri padri noi tutti saremmo alla deriva e dovremmo ripartire da dove loro iniziarono, in una corsa indietro nel tempo di generazione in generazione che non permetterebbe alcuna evoluzione, alcun mutamento, alcun progresso. La memoria resta fondamentale per me, per la comunità, per l’intero paese, per ogni società umana. Distruggerla o ignorarla è un delitto imperdonabile.
Ora io con chi potrei parlare, ad esempio? Con tante persone, dirai, vive e in carne ed ossa, magari conosciute senza averle mai incontrate, oppure incontrate occasionalmente e mai realmente conosciute. Vero, ma pure inesatto.
Per rispetto a me stesso, prima ancora che a te, io ricordo. Nell’attesa di trasformarmi in materia incosciente, ancora per un po’ vivente, io ricordo.
Le cose non finiscono come si vorrebbe, forse neppure come non si vorrebbe. Tutto resta, esattamente tutto. Come possa avvenire non me lo so spiegare, come rimane un mistero la mia vita insignificante in un intero universo dilatato nel tempo e nello spazio. Eppure tu ci sei. Lasciamelo dire.

                                                                                         Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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