Due giorni fa mi hai chiesto di portarti a casa
tua. Me lo hai fatto capire come puoi, a modo tuo, nel solo modo che l’ingiustizia
della vita te lo consente. Io ci ho pensato e non ho capito cosa mi volessi
dire veramente. Io non ti ho mai mandata via da casa tua, le cose sono finite
come sono sappiamo e un’amica dice che tu sei ancora qui, che non sei mai
andata via sul serio.
Ed allora? Ed allora non mi torna il senso di
quello che intendi. Forse che casa tua ora non è come vorresti? Se è così farò
in modo di tenere un po’ più in ordine, di lasciare il tuo lato del letto
sempre libero, senza appoggiarci abiti mentre li sposto se non per il poco
tempo strettamente necessario, come abbiamo sempre fatto, e poi tutto di nuovo
al suo posto.
E poi metterò in ordine la cose mie, che
aspettano da mesi, e quelle di nostro figlio. Casa nostra deve tornare come ai
tempi migliori, non certo come negli ultimi, da conservare gelosamente ma anche
da dimenticare.
E poi cercherò di portare un po’ di vita nuova,
magari chiamando persone, come non faccio da troppo tempo, ma con calma, dammi
un po’ di tregua. Deve tornare ad essere una casa vissuta, accogliente, nei
limiti concessi dal buon senso e dalle nostre possibilità.
E poi spero arrivi finalmente un po’ di pace. Che
quando nostro figlio parte per un viaggio non mi resti addosso il magone della
partenza senza che io possa brontolare con te perché è troppo tardi, perché c’è
troppa aria condizionata, perché fanno ritardi, perché, perché, perché… ecco. Questo
so che è chiedere troppo. Ritiro. Mi sono lasciato trascinare.
Prometto che farò le pulizie di Pasqua (con
moderazione), che cercherò di spostare il meno possibile le tue cose (senza
impegni assoluti) e che almeno con lui cercherò di brontolare meno. Se mi resterà addosso rabbia (e me ne resta
sempre troppa) troverò le persone giuste per far capire le mie ragioni, o per
dire le cose come le vedo io. Al limite le ignorerò. So che non tutti
capiranno. Pazienza. Chi non capirà l’avevo già perso da tempo, non sarà la
pietà per un lutto che riporterà all’indietro le lancette della mia storia
personale. Ciao, Viz. D’accordo? Io cercherò di fare quello che posso perché casa
tua resti casa tua.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.