Se telefonando quando sono lontano potessi
sentire ancora la tua voce calda e paziente, la tua, che inizio a scordare, e
mi sento colpevole di questo. Se la sentissi di nuovo solo pochi secondi la
riconoscerei tra tutte. Se la risentissi sarebbe come se non avessi mai smesso
di sentirla.
Se in quel cassetto non avessi trovato quella
semplice penna, quella che piaceva a te, e che non di rado ti nascondevo per
poi poterla usare io. E se quella penna ora non avesse più inchiostro. Ma ne
ha, e potrà scrivere a lungo, ancora. La posso usare?
Se non bastasse uno stupido contrattempo ad allontanarmi
da dove non sei, se potessi ridere invece di fare esattamente l’opposto,
se dopo tutto fosse più facile e non tanto penoso, pesante, complicato,
inestricabile, insolubile. Se, se, se…
Se aprendo una porta nel tempo potessi aggiustare
alcuni ingranaggi, spostare pochi fatti, prevenire metastasi e regalare qualche
sorriso in più. Se fossi stato meno tirchio di emozioni. Se non fossi come sono
e come dovevo essere, per mio destino e scelta, e se tu mi avessi cambiato sul
serio. Ma non mi hai cambiato, lo sai. Tu non volevi farlo.
Se fossi rimasto quello che ero, pieno di
illusioni e di speranze, di rabbie inutili e malriposte che tu potevi e sapevi
controllare, nei momenti giusti. Ora chi mi controllerà?
Se tu non avessi avuto l’abitudine di non perdere
tempo col trucco, con le scarpe, con l’abbigliamento in genere, ora avrei altri
tuoi ricordi, ma non so se mi piacerebbero di più.
Se potessi veramente credere a chi mi racconta
storie, le pensassi vere e mi ci potessi nascondere dentro, un po’, ogni
giorno. Se le mie future vacanze fossero questo, solo questo.
Se la smettessi di pensare ad altri come a
possibili soluzioni e, allo stesso tempo, come a possibili problemi. Non ci ho
capito ancora nulla. I mesi passano e ci capisco sempre meno. Non so quali siano
le cose giuste da fare. Mi fa piacere, e molto che tu esattamente quattro mesi
fa ti sia mangiata di gusto quell’ultima fetta di torta Sacher del tuo compleanno.
Il resto mi interessa meno.
Se avessi a mia disposizione tre desideri avrei
paura ad esprimerli. Sarei quasi certo di sbagliare. Non posso ambire a ruoli
che non mi spettano. Mi piacerebbe immaginarmi con superpoteri, ma poi, Viz,
che uso ne farei? È andata così.
Silvano
C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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